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Salvini: "Conte ha paura e tiene gli italiani in casa. Ora tutti in piazza a chiedere libertà"

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Il leader della Lega: resteremo in Parlamento finché il premier non ci risponde

Alessandro Austini
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«Il limite è superato, viene il dubbio che qualcuno rimandi la riapertura perché a qualcuno fa comodo tenere gli italiani chiusi in casa». Lo ha detto Matteo Salvini a Quarta Repubblica su Rete 4. «Come opposizione, ci hanno detto non rompete le scatole, non rompete le palle. Dopo un mese, abbiamo presentato 204 emendamenti al Dl Cura Italia, ne hanno bocciati 203» ha aggiunto il leader della Lega, annunciando un innalzamento del livello dello scontro in Parlamento. «Stiamo pensando non solo di andare a seguire i lavori parlamentari ma di stare lì fin quando il presidente del Consiglio non dà le risposte che non ha dato». Poi anticipa una possibile forma di protesta: «Stiamo valutando se aderire questo sabato alle richieste di uscita che ci arrivano, rispettando le norme, non mettendo a rischio la sicurezza di nessuno. Non una manifestazione vecchia maniera, ma nessuno impedisce di andare al supermercato o magari in piazza con un foglio con scritto solo "libertà". Gli imprenditori mi dicono che o arrivano i soldi o licenziano, io temo per la tenuta sociale. Ma Conte vede i sondaggi e dice vado in Tv perché sono gradito. Non vorrei che qualcuno a palazzo Chigi si stesse abituando». E se ci fosse lui a guidare il Paese in questo momento? «Era giusto ascoltare i medici, anche se all'inizio uno diceva bianco e uno nero, il primo morto è di più di due mesi fa. Oggi io mi prenderei la responsabilità. La responsabilità di riaprire in sicurezza io me la prenderei. Conte ha paura e non vuole prendersi responsabilità, se qualcosa funziona è merito suo, se non funziona sono affaracci di sindaci e governatori. Non funziona cosi. Con Mattarella ho parlato più e più volte, gli ho detto che il Parlamento è eletto per dare il proprio parere e invece non ci fanno votare nemmeno sui trattati europei». Quindi una battuta sui disabili. «Un grande tema è quello dei disabili, dimenticati e scomparsi, sono 5 milioni. Sono chiusi i centri diurni, non è permessa l'assistenza domiciliare, sono chiuse le scuole».

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