Così i correntisti pagheranno il salvataggio delle banche fallite
Per ora sono solo tre istituti. Ma nulla vieta che, nel breve termine, il fenomeno di allarghi a macchia d'olio. Perché 100 milioni di euro per salvare Banca Etruria, Banca delle Marche, CariChieti e CariFerrara, non sono un cifra banale. E così, in perfetto stile italiano, c'è chi ha deciso di farla pagare (almeno in parte) ai propri clienti. Come? Semplice, aumentando i costi di gestione dei conti correnti. Per ora la decisione è stata presa da Banco Popolare, Ubi e Unicredit, che hanno giustificato l'aumento con la necessità di contribuire al Sistema di garanzia dei depositi e al Fondo nazionale di risoluzione. La clientela ha già ricevuto, come prevede la legge, una lettera che la informa di questa modifica. Nello specifico il Banco, scrive Repubblica, ha previsto un prelievo una tantum di circa 25 euro che verrà trattenuto a fine anno su circa 1,5 milioni di conti di privati e imprese. Ubi, invece, dal primo ottobre, ha caricato su circa 3 milioni di clienti 12 euro in più all'anno (per le persone fisiche) o anche 24 euro (persone giuridiche). Unicredit ha "ritoccato" solo le condizioni dei clienti Silver, Gold e Platinum del conto Genius, circa 100 mila posizioni, con aggravi dei canoni mensili di 1 o 2 euro. Per ora, sottolinea il quotidiano, il fenomeno appare circoscritto. Ma quanto durerà?