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Contro il bullismo: l'ultima lezione di Tiziano Ferro commuove a Domenica in

Accolto dagli applausi del pubblico commuove ed emoziona ancora. Tiziano Ferro a Domenica In, ospite di Mara Venier, racconta com'è nato il monologo contro odio e bullismo interpretato a gran voce - e con grande successo - a "Che Tempo che fa", la trasmissione condotta da Fabio Fazio. "In quel video non ho detto nulla di straordinario, ma solo ciò che andrebbe detto. La cosa più strana è che ci ho messo 40 anni a capirlo. Ciò che mi succedeva da ragazzino era quasi un copione. Non possiamo vivere in questo medioevo dove tutti possono fare ciò che vogliono, ma con la presenza di una legge, sapremo che quelle parole poi avranno un peso. Bisogna aggiornare le leggi, perché i social network sono meravigliosi. Quello a cui mi sento più vicino è Instagram, che a mio avviso è anche il più divertente. Grazie a Instagram sono riuscito a riavvicinarmi ai social, dopo un periodo in cui sono stato piuttosto lontano”. Non basta arrivare all'offesa penale, se c'è una legge forse invece qualcosa cambia”.  Per approfondire leggi anche: BULLISMO, L'EMOZIONANTE MONOLOGO DI TIZIANO FERRO Emozionante come sempre il cantante, tra ricordi del passato personale e della sua carriera, ha voluto tornare sul bullismo spiegando che esiste una soluzione. “La soluzione esiste. Questo discorso l'ho scatenato durante una mia conferenza stampa, dove mi è stato chiesto di interpretare una frase di una canzone del mio disco, Il destino di chi visse per amare, la frase recita ed imparai a sentirmi forte ad ogni offesa mai resa. Quindi il fatto di mettere a disposizione la mia esperienza e di lanciare questo atteggiamento verso i miei fan, che hanno questa sorta di resilienza verso l'odio. I messaggi che mi arrivano sono positivi e mi arriva tanto amore. Può succedere alle donne che vengono maltrattate e questo non va bene e bisogna dirlo. Hanno un peso anche parole come ‘scusa' o ‘mi dispiace'. Si deve sbagliare nella vita e si possono fare errori, ma il recupero sincero e vero, la risalita fa più rumore del danno. Fa bene sbagliare. Non inventare scuse, ma chiedere scusa”.

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