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Guida Michelin 2018, Cracco perde una stella

Carlo Cracco ai fornelli

Norbert Niederkofler entra tra i migliori d'Italia

Damiana Verucci
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Il gotha della ristorazione italiana è andato in scena a Parma, città creativa della Gastronomia, che si è aggiudicata questo titolo dall'Unesco nel 2015. E la notizia più ghiotta della presentazione della Guida Michelin del 2018 è senz'altro la terza stella al St. Hubertus di San Cassiano (BZ) dello chef Norbert Niederkofler, che entra così di diritto nei 9 migliori ristoranti d'Italia (riconfermate, infatti, le tre stelle a Piazza Duomo ad Alba, Da Vittorio a Brusaporto, Dal Pescatore a Canneto Sull'Oglio, Reale a Castel di Sangro, Enoteca Pinchiorri a Firenze, Osteria Francescana a Modena, La Pergola a Roma, Le Calandre a Rubano). L'altra notizia, che non è certo passata inosservata, è invece la perdita di una stella, rispetto alle due che aveva, del ristorante Cracco di Milano e di Sadler, sempre di Milano. Due defezioni importanti che portano a 41 le due stelle italiane: sono infatti tre le nuove medaglie d'argento, La Siriola a San Cassiano (BZ), chef Matteo Metullio; Magnolia a Cesenatico (FC), chef Alberto Faccani; e Vun a Milano, chef Andrea Aprea. Ma ci sono anche i locali che salgono per la prima volta sul podio. Tra questi Il Refettorio di Conca de' Martini (SA), il ristorante Contraste di Milano, Stube Gourmet di Asiago (VI) con lo chef Alessio Longhini, classe 1988) che si aggiudica anche il Premio Speciale Giovane Chef. Il Premio Speciale Qualità nel tempo va al Ristorante Al Gambero di Calvisano (BS), che detiene la stella dal 1989.

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