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Terzisti, salvagente per l'industria chimica

Nonostante la flessione registrata nella seconda metà del 2022, il settore della chimica resta trainante per il sistema Italia

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Terzo produttore in Europa, sesto settore industriale del Paese, la chimica resta uno dei più solidi riferimenti per l'economica italiana con livelli di attività che, nel 2021, sono tornati ai livelli pre-Covid (con 56,4 miliardi di euro) ma che, nel secondo semestre del 2022, hanno fatto registrare un nuovo significativo calo. Più di 2.800 le imprese operanti e 112mila i lavoratori impiegati. Che salgono a 278mila se si considera l'indotto. E, nell'indotto, spicca il ruolo dei cosiddetti terzisti, imprese cioè che offrono servizi assemblando il prodotto del committente. Aziende altamente specializzate, queste, che, nella chimica, incidono per oltre il 30%: "Si tratta di una fetta di mercato molto particolare -spiega l'imprenditore Carlo Bignami che, con la sua B&C Italia, ha puntato molto sulla tecnologia, sull'innovazione e alle energie rinnovabili. “Noi ci occupiamo di miscelazione e macinazione delle polveri, del confezionamento in diversi tipi di imballi e dello stoccaggio temporaneo delle merci". 

E così Cerreto Guidi, un tipico borgo toscano, sta pian piano diventando punto di riferimento per chi opera nella chimica, grazie all'eccellenza raggiunta a livello nazionale e internazionale: "Sta accadendo - spiega ancora Bignami - che, per contenere i costi, le aziende esternalizzano sempre più le varie fasi della produzione o addirittura come noi facciamo, consegniamo il prodotto finito pronto all’uso. Per questo, si lavora a buon ritmo con la passione e l'impegno di sempre. Siamo nel cuore del Paese e abbiamo l'ambizione di essere nel cuore dell'industria chimica che, a giusta ragione, è considerata trainante per il nostro Pil Un obiettivo di eccellenza ormai raggiunto, puntando sulla qualità. Non a caso, quest'anno, abbiamo installato ulteriori nuovi impianti in tecnologia 4.0 volti alla connessione su di una nostra piattaforma online, che entrerà in funzione entro il semestre 2023 e che permetterà ai committenti di gestire il proprio ordine dall’inserimento, allo stato di avanzamento e infine alla consegna".

I terzisti, dunque, come salvagente per la chimica che, a causa della crisi energetica, ha fatto registrare, nel secondo semestre del 2022, una brusca frenata per i rincari dei costi vivi e per il rinvio e la cancellazione di ordini. "Il 2022 -spiega Bignami- potrebbe chiudersi con un calo complessivo annuo attorno al 4%. Un calo che vediamo anche noi giorno dopo giorno. Ad oggi i costi energetici hanno inciso, nell'industria chimica in generale, per il 25/30 % e non da poco la mancanza di materie prime.  Questi fattori, hanno fatto sì che le vendite, soprattutto all'estero, si siano contratte per tutta la nostra clientela che deve quindi contenere le spese. Da qui, il bisogno di proseguire, esternalizzando le produzioni che attraverso ricerca di composti o miscele alternative, la nostra clientela sta riuscendo a rilanciare la propria competitività per il 2023 con nuovi prodotti.  Per tutelare il settore e ovviamente il nostro fatturato, abbiamo comunque adottato tempestivamente strategie economiche. Abbiamo cioè investito nell'energia rinnovabile, consentendo così un ritorno a costi energetici anche se ancora alti ma più accettabili".

"Il che – prosegue Bignami -  dovrebbe essere una politica generalizzata che permette di mantenere a galla non solo la nostra attività ma l'industria chimica di filiera in generale. Aspetto che non è di poco conto. Noi serviamo come terzisti settori importanti come: quello conciario, tessile, depurazione, detergenza, lubrificanti in polvere, abrasivi, resine e colle, guardando allo storico, e quello relativo alla plastica e alle trivellazioni, guardando invece agli ordini più recenti. Settori, questi ultimi, che si sono rivolti a noi proprio per la difficile situazione di crisi economica che si sta registrando a livello nazionale e internazionale".

Salvagente e traino nell'attesa di tempi migliori, i terzisti dunque come argine alla crisi energetica e quindi economica: "Stiamo rischiando - conclude Bignami - che il settore, da sempre fondamentale per le sorti del nostro Paese, rischi in termini di competitività. Rischio che corrono, per la verità, anche le aziende chimiche che operano in Europa. Penso allora che il nostro ruolo sia, oggi come oggi, importante. Arginare i costi, da un lato, garantire prodotti concorrenziali, dall'altra. Mantenendo sempre alto il livello di qualità. Per questo, puntare sulla tecnologia resta elemento cardine, anche nei prossimi anni lavoreremo determinati in questa direzione". Da un piccolo borgo toscano, arriva dunque una risposta significativa al caro energia e alla sfiducia dei mercati e degli imprenditori. Ovvero, del Sistema Italia.

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