Dal neorealismo a Trinità, l'omaggio di Roma a Enzo Barboni-E.B. Clucher: i 100 anni del regista cult
Applausi e nostalgia e per Enzo Barboni, in arte E.B. Clucher, protagonista di un cinema che non ce più ma che ancora vive nella memoria e nel cuore di tanti appassionati. A cento anni dalla nascita, e a vent’anni dalla morte, la città di Roma ha omaggiato il regista di "Lo chiamavano Trinità" e tanti altri film in una intensa cerimonia che si è svolta nella Sala della Protomoteca del Campidoglio. Tanti i contenuti dell’evento, su iniziativa dell’Onorevole Fabrizio Santori, che ha lanciato l’idea, poi raccolta da tutta l’Assemblea Capitolina, di celebrare la lunga carriera cinematografica del noto regista romano, in un appuntamento dal titolo Il Centenario di E.B.Clucher – Da “Miracolo a Milano” a “Lo chiamavano Trinità” e oltre: lo straordinario percorso di un uomo di cinema. Assegnato nell’occasione un Premio alla Memoria ed annunciato l’ avvio dell’iter per l’intitolazione di un via nell’Urbe. Commozione da parte del figlio Marco Tullio, sceneggiatore e scrittore, e della nipote Ginevra, fotografa e regista, la quale ha presentato in anteprima il teaser del suo docu-film “Ogni giorno trovato. Mio nonno in arte E. B. Clucher”.
Aula piena nonostante il caldo torrido della giornata e lo sciopero dei taxi che ha paralizzato Roma. Attraverso l’ausilio di supporti fotografici inediti provenienti dall’archivio privato della Famiglia Barboni, è stato più facile riassumere, da parte della giornalista Lisa Bernardini preposta a coordinare le interviste pubbliche alla Famiglia Barboni, le tappe salienti della carriera del regista nato a Roma a Vicolo Rosini, una traversina di Via di Campo Marzio, a due passi dal Parlamento. Da operatore di cinegiornali, ad assistente operatore, operatore alla macchina, direttore della fotografia e poi regista di successi internazionali (di cui “Lo chiamavano Trinità” è la svolta di carriera, creando di fatto la celebre coppia artistica Bud Spencer/Terence Hill, che resta l’inizio di innumerevoli successi raccolti in una vita dedicata al Cinema), di Enzo Barboni sono stati sottolineati nell’occasione non solo i meriti artistici, che lo hanno portato a lavorare con firme importanti (come Freud Zinneman, Nicholas Ray, Stanley Kubrick, Robert Wise, Richard Fleischer, William Wyler, Sergio Corbucci, Al Kantor Steno, Michele Lupo...) e ad entrare in contatto con attori come Charlton Heston, Clark Gable, Kirk Douglas, Sofia Loren, Gina Lollobrigida, Vittorio De Sica, Toto’, Tomas Milian, Franco Nero, Jean Sorel, Joseph Cotten..., ma anche le oggettive qualità umane. Enzo Barboni ha infatti creato opportunità di lavoro per generazioni di “artigiani del cinema”, come lui stesso amava definirsi, ed è emerso chiaramente dai racconti dei presenti una straordinaria gavetta del mestiere, che gli ha poi consentito di esprimere rapporti lavorativi di simpatia ed empatia con chiunque abbia avuto a che fare con lui.
Per l'occasione è stata consegnata la medaglia capitolina alla Memoria al figlio Marco Tullio e alla nipote Ginevra. Tra gli ospiti Giuseppe Pedersoli (figlio di Bud Spencer), Eugenio Alabiso (montatore di oltre 150 film, prediletto da Enzo Barboni), l’attrice Imma Piro.
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