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Il re dei paparazzi Rino Barillari e quello scoop mancato con Papa Wojtyla

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Il re dei Paparazzi, Rino Barillari, si racconta in una intervista a Giò di Sarno sulle colonne de L'Opinione. Il mitico fotografo della Dolce Vita è reduce da un duplice intervento dopo un incidente ma è sempre "sul pezzo". "Sto lavorando, guardo e sistemo l’archivio personale, mentre mi guardo intorno per vedere se adocchio qualche personaggio - dice Barillari - Quando tutta questa storia sarà finita il Paese avrà bisogno di uomini e donne pronte, in ogni settore. Bisogna essere allenati per ripartire alla grande".

Barillari racconta i primi, duri anni a Roma, dove è arrivato a 14 anni da un paesino della Calabria. "Appena arrivato mi sono sistemato alla stazione Termini, sulle panchine esterne, perché per quanto fosse all’aperto c’era un po’ di sicurezza in più rispetto ad altre zone. Poi ho scoperto Villa Borghese, sempre sulle panchine ma almeno avevo il verde che mi faceva compagnia. Poi piano piano ho saputo di un alloggio in via del Governo Vecchio, andavo a dormire rispettando i turni: qualcuno usciva per andare a lavorare e io prendevo posto nel suo letto. Mi verrebbe da dire come molti extracomunitari, ma poi devo ammettere che loro stanno in ogni caso meglio di come stavamo noi allora".

Tornando al lavoro che lo ha reso celebre, Barillari spiega la vita del fotografo ai tempi del coronavirus con i volti celati dalle mascherine. La paparazzata "ha sempre senso, anche se manca il meglio, manca il sorriso". E sulla pandemia: "La Dolce Vita non c’è più. Stiamo messi peggio della fine della guerra, perché in quel caso si sapeva che bisognava ricostruire, qui non sappiamo che fare: c’è paura. Ho perso un po’ di amici di Covid-19. C’è rimasto solo da pregare". 

Lo scoop inseguito ma mai realizzato?  "Tanti! Ma uno su tutti: avrei voluto passare una nottata in giro con il Santo Padre, Papa Giovanni Paolo II. 'Fantastic'".

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