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L'allarme di Orban: "L'Europa si avvicina alla guerra. L'Ungheria è per la pace"

Foto:  Ansa

Angela Bruni
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Le elezioni di aprile 2026 in Ungheria "saranno le ultime prima della guerra", "se avremo un governo sostenuto da Bruxelles, ci trascineranno in guerra. Se avremo un governo nazionale, avremo ancora la possibilità di restarne fuori". Lo ha dichiarato il primo ministro ungherese, Viktor Orban. Il portavoce, Zoltan Kovacs, ha riferito che Orban ha parlato di un'Europa che a suo dire si sta rapidamente avvicinando al conflitto: "La guerra non è lontana. Politicamente è vicina. I leader europei hanno già deciso: l'Europa entrerà in guerra. Questa è la politica ufficiale: vogliono essere pronti entro il 2030", ha dichiarato Orban, secondo cui l'Europa è ora nella fase finale di un'escalation bellica in quattro fasi: rottura dei rapporti diplomatici, passaggio delle economie alla modalità di guerra, reintroduzione della coscrizione obbligatoria e preparazione allo scontro diretto. "Per evitare tutto questo, dobbiamo pregare. Questa situazione va oltre le nostre forze. La domanda è: possiamo restare fuori dalla guerra?", ha chiesto, concludendo che "abbiamo bisogno di forza: l'Ungheria deve essere resa abbastanza forte non solo per dire no alla guerra, ma anche per restarne fuori".

"I demoni della guerra cercano sempre di convincere le persone che staranno meglio con la guerra. Dobbiamo rifiutare questo e difendere la pace", ha detto ancora Orban. Il premier ungherese ha anche attaccato nuovamente l'Ue: "È scandaloso che coloro che rubano dai fondi dell'Ue ci diano lezioni sulla corruzione", ha affermato. "Stiamo discutendo con gli americani e i russi della cooperazione economica dopo il 2026. In questo momento, viviamo in un mondo guidato dalle sanzioni. Ma con un accordo, il mondo si apre", ha dichiarato. "Il futuro dei nostri figli e nipoti dipende dalla capacità di questo Paese di rimanere fuori dalla guerra. Dobbiamo proteggere l'Ungheria dalla minaccia che si avvicina. L'abbiamo fatto in passato e lo faremo di nuovo", ha concluso il primo ministro.

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