"Dobbiamo essere pronti a perdere i nostri figli", scoppia la protesta per le parole del Capo di Stato Maggiore francese
Un monito inquietante proveniente dai vertici militari francesi ha innescato una tempesta politica e sollevato un'ondata di ansia in tutto il Paese. Durante il Congresso dei Sindaci, il Generale Fabien Mandon, Capo di Stato Maggiore delle forze armate, ha parlato esplicitamente del rischio di "perdere i propri figli" in un futuro conflitto con la Russia. Il suo discorso, crudo e insolitamente diretto, ha voluto scuotere la nazione, sostenendo che la Francia deve ritrovare "la forza d’animo di soffrire per proteggere ciò che siamo", e prepararsi a sacrifici — umani o economici — vista la crescente ambizione russa di un confronto con la NATO entro la fine del decennio.
Il riferimento alla possibilità di vittime tra i civili ha generato immediate reazioni indignate nel panorama politico, che ha accusato il generale di aver superato i suoi limiti. L'opposizione si è compattata nel criticare quella che è stata definita una "retorica bellicistica". Il leader de La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, ha immediatamente tuonato su X: "Voglio esprimere il mio totale disaccordo con il discorso del capo di stato maggiore delle Forze armate - non sta a lui invitare i francesi a preparazioni alla guerra che nessuno ha deciso". Anche Fabien Roussel, leader del Partito comunista, ha espresso un netto "NO!" su X: "Sì alla difesa nazionale - ma non al discorso bellico insopportabile". Critiche sono arrivate persino dall'estrema destra, con il vicepresidente del Rassemblement National, Sébastien Chenu, che ha denunciato che il generale "non ha la legittimità" per parlare in questo modo.
Per placare la tempesta, la portavoce del governo, Maud Brégeon, è intervenuta rapidamente, spiegando che le parole del generale si riferivano ai soldati francesi già in servizio in aree di conflitto. Il messaggio più importante lanciato dal governo è stato un chiaro tentativo di rassicurazione: "I nostri figli non andranno a combattere e morire in Ucraina". Nonostante il chiarimento, lo scontro ha messo in luce una profonda frattura: da un lato l'alto comando militare spinge per una presa di coscienza sulla gravità del momento storico, dall'altro la società civile respinge l'idea che la guerra possa tornare a chiedere sacrifici umani sul suolo europeo.
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