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Siria, è guerra civile. Voci di golpe, Assad promette: "Sconfiggeremo i terroristi"

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Un tentativo di colpo di Stato sarebbe in corso nella capitale della Siria Damasco. A riportare la notizia è la maggior parte dei media turchi, che pubblicano anche video di esplosioni e scontri nella capitale siriana che, affermano, sarebbero riconducibili all’ammutinamento di una parte dell’esercito. Secondo il portale del quotidiano vicino al governo Sabah, la televisione di Stato siriana avrebbe interrotto le trasmissioni ed è ignoto dove si trovino il presidente Bashar al Assad e la sua famiglia. Secondo alcuni portali, che citano giornalisti siriani, Assad potrebbe essere fuggito in Russia. Sempre i media turchi riportano le parole del capo del governo di transizione siriano, Abdurrahman Mustafa, secondo cui i ribelli di Hayat Tahrir Al Sham sarebbero pronti a lanciare un’operazione "su tre diversi fronti" per prendere il controllo della città di Tal Rifat, nel nord del Paese.

 

La situazione è precipitata quando i ribelli jihadisti anti Assad, un gruppo formato da almeno 15mila miliziani che si è staccato tempo fa da al Qaeda, hanno conquistato la città di Aleppo. Il presidente siriano, nel corso di una telefonata con il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan, assicura che "la Siria continuerà a difendere la propria stabilità e integrità territoriale di fronte a tutti i terroristi e ai loro sostenitori e che è in grado, con l’aiuto dei suoi alleati e amici, di sconfiggerli ed eliminarli, indipendentemente dall’intensità dei loro attacchi terroristici". È quanto si legge sul profilo X della presidenza di Damasco. Durante la telefonata - viene spiegato ancora - lo sceicco Mohammed bin Zayed ha affermato il sostegno degli Emirati Arabi Uniti allo Stato siriano, alla sua lotta contro il terrorismo e all’affermazione della sua sovranità, integrità territoriale e stabilità. 

 

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al termine di riunione alla Farnesina, anche con l’ambasciatore italiano a Damasco Ravagnan, ha spiegato che "dopo la sconfitta in Libano di Hezbollah, che sostiene il regime di Assad, si è indebolita la posizione in Siria e ne hanno approfittato gli avversari di Assad che hanno lanciato l’offensiva che ha portato alla conquista della città di Aleppo. Ma pare che stiano avanzando i ribelli, che sono sostenuti dalla Turchia, spesso ex combattenti di al Qaeda, e stanno scendendo verso il sud non trovando resistenza da parte siriana. Allo stesso tempo i curdi hanno occupato l’aeroporto di Aleppo. I curdi non sono grandi sostenitori di Assad però sono contro le truppe dei ribelli. Quindi una situazione confusa ed articolata". 

Sugli italiani presenti in Siria, circa 300, Tajani ha detto che "non ci sono pericoli per i nostri connazionali, anche perché i ribelli hanno detto in maniera molto chiara che non toccheranno e non faranno operazioni ostili nei confronti della popolazione civile, e hanno detto che non faranno azioni ostili nei confronti degli italiani, in modo particolare, e neanche dei cristiani, visto che Aleppo è una città che ha una fortissima presenza cristiana". Molti torneranno in Italia nelle prossime ore, altri - famiglie miste, italo-siriane e anche religiosi italiani - vogliono restare nel Paese. "Il vero rischio per noi è che a causa di questa nuova guerra civile ci sia un nuovo collasso migratorio. Questo è il vero problema. Per questo noi avevamo deciso di aprire la nostra ambasciata, inviare un ambasciatore che ora sta puntualmente lavorando", ha detto il capo della Farnesina. 

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