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Israele "non ha altra scelta": ritorsione "dolorosa". Tutte le ipotesi di risposta

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Il gabinetto di guerra di Israele ha concluso la riunione per discutere la risposta all’attacco dell’Iran, avvenuto tra sabato e domenica scorsi. Secondo quanto riferisce l’emittente israeliana «Channel 12», sono state discusse diverse opzioni, ognuna delle quali rappresenta una risposta di ritorsione «dolorosa» contro l’Iran, ma non tale da scatenare una guerra regionale. L’emittente precisa che il gabinetto di guerra israeliano mira anche a scegliere una reazione all’attacco missilistico e di droni iraniani di sabato sera che non venga bloccata dagli Stati Uniti. Il ministro della Difesa d’Israele, Yoav Gallant, avrebbe già chiarito ieri al segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, che lo Stato ebraico «non ha altra scelta» che rispondere all’attacco condotto dall’Iran. Quel che appare chiaro, quindi, è che ci sarà una prova di forza. 

 

 

Secondo l’Esercito israeliano, per fronteggiare l’attacco del 13-14 aprile, la contraerea è costata tra 4-5 miliardi di dollari, mentre il ministero del Tesoro riferisce di una spesa di circa 2,5 miliardi di dollari. La risposta al diversificato attacco iraniano ha visto sia l’impiego di caccia da combattimento, del sistema di difesa aerea Iron Dome (la produzione di ciascun intercettore ha un costo tra i 40 mila e i 50 mila dollari), soprattutto contro i droni kamikaze Shahed 136, e il sistema antimissile intercettore Arrow, in grado di intercettare e neutralizzare la minaccia nella stratosfera. In una conversazione telefonica avuta dai capi della Difesa di Tel Aviv e Washington ieri, Gallant ha spiegato al capo del Pentagono che lo Stato ebraico «non può accettare un’equazione secondo la quale l’Iran risponde con un attacco diretto ogni volta che Israele colpisce obiettivi in Siria», nè che il suo territorio venga preso di mira senza un’adeguata risposta.

 

 

Stando alle fonti, Austin avrebbe risposto con un messaggio simile a quello comunicato il giorno prima, sabato 13 aprile dal presidente Joe Biden al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, sottolineando la necessità di fare tutto il possibile per evitare un ulteriore allargamento del conflitto. Nel resoconto pubblico della telefonata offerto dal ministero della Difesa israeliano, Gallant ha anche espresso «profondo apprezzamento» ad Austin per la cooperazione e il coordinamento tra le Forze di difesa israeliane (Idf), le forze armate Usa e gli altri partner internazionali che hanno contribuito all’abbattimento in volo di droni e missili iraniani. Il Pentagono, da parte sua, ha sottolineato come Austin abbia chiarito che gli Stati Uniti non vogliono un’intensificazione del conflitto, e continueranno ad assumere «tutte le azioni necessarie a difendere Israele e il personale Usa». Inoltre, il comunicato statunitense ha evidenziato come i due abbiano discusso dell’ipotesi di una coalizione internazionale e regionale contro l’Iran.

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