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Israele, difesa eccezionale ma costo esorbitante: oltre un miliardo per neutralizzare gli attacchi

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170 droni, 30 missili da crociera e 120 missili balistici. Sono questi i numeri del massiccio attacco dell’Iran contro Israele lanciato sabato sera, ma lo Stato ebraico, secondo l’esercito, è riuscito ad intercettare il 99% delle armi, subendo solo lievi danni alla base aerea di Nevatim, nel sud del paese. Il risultato è stato raggiunto grazie al sistema Iron Dome, che usa dei missili Tamir, e il sistema Arrow3. Ma quanto è costato difendersi dall’assalto di Teheran? A fare i conti è il Giornale, che spiega tutte le cifre: il costo complessivo dei sistemi di difesa aerea utilizzati la notte tra sabato e domenica da Israele ha un valore superiore ad un miliardo di dollari (secondo alcune fonti un miliardo e trecento milioni).

 

 

“Il costo unitario dell’Iron Dome era (nel 2013) di 50 milioni di dollari per batteria e di 100-150mila dollari per intercettazione. Il sistema Arrow3 è ancora più avanzato e efficace anche contro i cosiddetti missili tattici balistici. Il problema sono i costi e il fatto che le ondate di attacco possono essere utilizzate dall’aggressore, in questo caso gli iraniani, per testare le criticità del sistema e rendere l’attacco seguente più efficiente”. Da parte sua l’Iran ha utilizzato i droni Shaed, con ognuno di questi dispositivi che ha un costo di circa 20mila dollari. Non solo una guerra militare, ma anche economica, visto che ogni mezzo d’attacco è molto meno caro di quelli di difesa (ci sono anche i costi di realizzazione tecnologica da contare).

 

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