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Israele limita l'accesso alla Spianata delle moschee. Hamas: "Spezzare le catene"

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Non solo non c’è cenno di tregua a due giorni dall’inizio del Ramadan, ma la tensione resta alta nel conflitto mediorientale. Mentre a Gaza la situazione umanitaria resta drammatica, a Gerusalemme il governo israeliano ha annunciato restrizioni per l’accesso dei palestinesi della Cisgiordania alle preghiere del venerdì alla Spianata delle moschee. Ci saranno limitazioni in base all’età e al sesso per chi vuole recarsi a pregare alla moschea di Al-Aqsa, il terzo sito sacro più importante dell’islam. Restrizioni che secondo la Giordania portano verso una situazione che può diventare "esplosiva". Sul fronte Sud, Tel Aviv vuole "portare a termine il lavoro a Rafah, consentendo alla popolazione civile di uscire dal pericolo", ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, che rischia di rimanere isolato dalla comunità sempre meno accondiscendente.

 

 

Ora, in un comunicato, Hamas ha esortato "le masse del nostro popolo in tutte le città e i villaggi della Cisgiordania a dirigersi verso la benedetta moschea di Al-Aqsa" a Gerusalemme "a spezzare le catene dell’occupazione e il suo assedio". Lo riportano i media arabi. "Oggi, nel terzo giorno del mese benedetto del Ramadan, diciamo addio a un gruppo dei nostri giusti martiri a Gerusalemme, Jenin e Betlemme", ha affermato l'organizzazione politica e paramilitare, che ha invitato "le masse del nostro fiero popolo a continuare a scontrarsi con l’occupazione sionista a sostegno della benedetta moschea di Al-Aqsa e del nostro popolo risoluto nella Striscia di Gaza". 

 

 

Secondo notizie di stampa, il presidente Usa Joe Biden valuterà la possibilità di condizionare gli aiuti militari a Israele nel caso in cui il Paese dovesse procedere con un’invasione su larga scala di Rafah. La prossima settimana i leader Ue approveranno delle conclusioni del Consiglio europeo in cui si "esorta il governo israeliano ad astenersi da un’operazione di terra a Rafah, dove oltre un milione di palestinesi cercano attualmente salvezza dai combattimenti e accesso all’assistenza umanitaria". I 27 si dicono poi "profondamente preoccupati per la catastrofica situazione umanitaria a Gaza e per i suoi effetti sproporzionati sui bambini, nonché per il rischio imminente di carestia". Ieri persino la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che all’inizio della crisi a ottobre si era schierata tutta su Israele, ha detto che "la situazione sul campo è più drammatica che mai e ha raggiunto un punto critico" e sottolineato che "la popolazione di Gaza ha bisogno di una pausa umanitaria immediata che porti a un cessate il fuoco sostenibile e ne hanno bisogno adesso".  ezzare le catene dell'occupazione e del suo assedio". In un post su Telegram - riferendosi ai palestinesi uccisi da Israele in varie episodi oggi - la fazione islamica ha salutato nel "terzo giorno del sacro Ramadan i martiri" di Gerusalemme, Jenin e Betlemme, compreso "l'eroico accoltellamento" dove sono stati feriti due israeliani. "È una jihad di vittoria - ha concluso - o di martirio". 

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