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Iran-Usa, tensione alle stelle. Escalation? L'esperto parla di "calcoli sbagliati"

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La coalizione filo-iraniana Resistenza islamica in Iraq ha rivendicato l’attacco con droni che domenica ha colpito un avamposto militare strategico americano in Giordania, ma da Teheran è arrivata la smentita. Sembrerebbe che a ideare il raid sia stata la Repubblica Islamica. Dichiarazioni, quelle del regime degli ayatollah, che allontanano apparentemente il rischio di un'imminente escalation. Tuttavia, solamente ieri una base Usa, situata nei pressi del giacimento petrolifero di al-Omar, in Siria, è stata colpita. Possibile che l'inquilino stia programmando una risposta? A fornire delle risposte è stato Vali Nasr, accademico americano di origine iraniana. "Non credo che Biden colpirà all'interno dell'Iran perché l'attacco non è venuto da lì, ma dovrà necessariamente reagire con durezza all'uccisione di soldati americani. Non siamo ancora al conflitto diretto, ma si sta creando una situazione molto pericolosa anche perché Washington e Teheran non si parlano: il rischio di calcoli sbagliati cresce ogni giorno", ha confessato al Corriere della Sera. 

 

 

Soldati uccisi, feriti, le elezioni presidenziali e il bisogno di dover dimostrare di avere polso. Come potrà dimostrare Biden di essere in grado di guidare gli Stati Uniti e, quindi, di meritare una rielezione? Come potrà reagire alle provocazioni dell'Iran senza scatenare un putiferio? Il docente della Johns Hopkins University ha usato parole nette: "Calibrando la rappresaglia. Non attaccherà all'interno dell'Iran perché la base americana non è stata colpita da un missile partito da lì, ma può mettere nel mirino, oltre alle milizie filoiraniane dell'Iraq e della Siria, anche obiettivi e basi di Teheran in questi Paesi". Il regime iraniano preferirebbe avvantaggiare Donald Trump? "Per loro non c'è differenza, detestano tutti e due. E non credo che temano in modo particolare il leader repubblicano. Lui nel 2020 ha fatto uccidere il capo della Quds Force della Guardia rivoluzionaria islamica, Qasem Soleimani, è vero. Ma in precedenza non aveva reagito ad altri attacchi a interessi americani", ha continuato. 

 


 

Nessuna preferenza, quindi. Lo scenario secondo cui l'Iran chieda ai ribelli di frenare gli attacchi rimane però alquanto improbabile. "Questo non significa che l'Iran non possa fare qualche gesto richiesto dagli Stati Uniti, come frenare le milizie ribelli. Ma non lo farà gratis, chiederà qualcosa in cambio", ha affermato con certezza Vali Nasr. Biden potrebbe "ripetere e intensificare questo tipo di reazione, se non vuole portare il conflitto a un livello superiore e iù pericoloso", ha concluso l'esperto di Medio Oriente. 
 

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