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Mar Rosso, "pressione Usa su Pechino" per fermare gli Houthi: la rivelazione del FT

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Gli Stati Uniti hanno chiesto alla Cina di sollecitare Teheran a tenere sotto controllo i ribelli Houthi che attaccano le navi commerciali nel Mar Rosso, ma hanno ricevuto scarse risposte di aiuto da Pechino. A rivelarlo sono alcuni funzionari americani citati dal Financial Times. Stando a quanto si apprende, la questione sarebbe stata ripetutamente riproposta negli ultimi tre mesi ad alti funzionari cinesi. A questi è stato chiesto di trasmettere un avvertimento all'Iran affinché non alimenti le tensioni in Medio Oriente. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan e il suo vice, Jon Finer, hanno discusso di questo negli incontri di questo mese a Washington con Liu Jianchao, capo del dipartimento internazionale del Partito comunista cinese.  D'altronde, le tensioni scatenate dal gruppo armato dello Yemen stanno mettendo in crisi il commercio internazionale. Proprio per questo, l'Unione europea sta preparando un'azione corposa per difendersi dagli Houthi. Il progetto punta a ripristinare e mantenere la sicurezza in un tratto che abbraccia un'area di navigazione che dal canale di Suez arriva fino allo stretto di Hormuz. 

 

 

In risposta ai "continui attacchi" degli Houthi contro le navi in transito nel Mar Rosso, "le forze armate degli Stati Uniti e del Regno Unito, con il sostegno di Australia, Bahrain, Canada, Paesi Bassi e Nuova Zelanda", hanno condotto ulteriori attacchi contro otto obiettivi nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi, in conformità con il diritto intrinseco all’autodifesa individuale e collettiva in linea con la Carta delle Nazioni Unite. È quanto si legge in un comunicato diffuso dalla Casa Bianca. "Questi attacchi - si legge inoltre nel testo che riporta una dichiarazione congiunta dei governi di Albania, Australia, Bahrein, Canada, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Germania, Guinea-Bissau, Ungheria, Italia, Kenya, Lettonia, Lituania, Montenegro, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord, Polonia, Repubblica di Corea, Romania, Regno Unito e Stati Uniti - sono stati voluti per bloccare e limitare la capacità degli Houthi di continuare con i loro attacchi contro il commercio globale e i marinai di tutto il mondo, evitando l’escalation".

 

 

"Gli oltre trenta attacchi che gli Houthi hanno lanciato contro navi commerciali e militari da metà novembre - prosegue - costituiscono una minaccia per tutti i paesi che dipendono dal trasporto marittimo internazionale. Condanniamo questi attacchi e chiediamo che vi si ponga fine. Sottolineiamo inoltre che coloro che forniscono agli Houthi le armi per condurre questi attacchi stanno violando la risoluzione 2216 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. La risposta internazionale del 22 gennaio ai continui attacchi degli Houthi ha dimostrato la volontà condivisa di sostenere i diritti e le libertà di navigazione e di difendere la vita dei marinai da attacchi illegali e ingiustificabili", conclude.

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