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Putin minaccia i Paesi Baltici. Scatta il sistema di difesa: "Strutture anti-mobilità"

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Dopo quasi due anni dallo scoppio della guerra che ha messo in ginocchio il cuore dell'Europa, l'Ucraina chiede più armi agli alleati: "In questa fase della guerra il problema è che non è distribuito in modo omogeneo il numero delle armi, dei droni, delle granate o dei colpi di artiglieria", ha detto il consigliere della presidenza ucraina, Mykhailo Podolyak, in un'intervista alla Bild, convinto della necessità di un rafforzamento al massimo delle difese con armi ad alta tecnologia. Sono necessari investimenti nella produzione militare, ha incalzato, citando "missili a lunga gittata, droni, granate o colpi di artiglieria" e insistendo su un "gran numero di armi". Intanto, il presidente russo Vladimir Putin starebbe ponendo le condizioni per una destabilizzazione dei Paesi Baltici con l'obiettivo di indebolire la Nato, senza perdere di vista la possibilità di un'invasione vera e propria. 

 

 

Lo zar di Mosca accusa i Paesi Baltici di voler tagliare fuori i cittadini di etnia russa e parla di "deportazioni illegali". "Gli eventi attuali nei Baltici, inclusa l'espulsione di russi dalla Lettonia, incidono sulla sicurezza del nostro Paese", ha affermato in un incontro con i rappresentanti dei comuni russi. In risposta a queste dichiarazioni, Estonia, Lettonia e Lituania hanno concordato di dotare i loro confini con la Russia e la Bielorussia di “strutture di difesa” per contrastare eventuali minacce militari provenienti da Mosca. Questo nuovo sistema di deterrenza è stato annunciato dal Ministero della Difesa estone. "L'Estonia, la Lettonia e la Lituania costruiranno strutture difensive anti-mobilità nei prossimi anni per scoraggiare e, se necessario, difendersi da minacce militari", si legge nel comunicato stampa. 

 

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