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Iran, l’Isis rivendica l’attentato sanguinario. L’analisi dell’esperto: “Ecco la verità”

Lo Stato islamico - Daesh oppure Isis a seconda delle lingue utilizzate - ha rivendicato l’attentato di ieri a Kerman, in Iran, in cui sono rimaste uccise 84 persone e 284 sono rimaste ferite. La notizia sulle esplosioni nelle vicinanze della tomba del generale Qassem Soleimani è stata data dal sito della Magistratura iraniana Mizan, dove si legge che «un alto funzionario dell’amministrazione statunitense, in anonimato, avrebbe detto ai giornalisti che sembra un attacco terroristico, il tipo di cose che il Daesh ha fatto in passato, ed è quello che stiamo ipotizzando in questo momento».

 

  

 

Meir Livak, docente di Storia del Medio Oriente ed esperto d’Iran dell’università di Tel Aviv, all’Adnkronos aveva già fatto un’analisi, percorrendo proprio la strada dell’Isis e non quella di un attacco di Israele: «Ritengo che gli autori più probabili dell’attentato a Kerman siano elementi salafiti-jihadisti delle minoranze beluci o curde o simili, ispirati dall’ideologia dello Stato Islamico. Ci sono stati attacchi simili in Iran, uno contro il Majlis (parlamento) compiuto da combattenti dell’opposizione curda, e due attacchi a Shiraz, l’ultimo dei quali ad agosto. All’epoca lo Stato Islamico fu apertamente accusato. Teheran minaccia Israele, ma penso sappiano la verità». A parere del docente ci si può aspettare «una rappresaglia dall’Iran», ma sarà per la morte di Razi Moussavi, generale delle guardie della Rivoluzione iraniana, ucciso il 25 dicembre in un raid aereo in Siria attribuito ad Israele.