analisi impietosa

Pd, Sorgi smaschera la strategia di Schlein: “Guarda sempre più a sinistra, subalterna a Conte”

La strategia di Elly Schlein è ben chiara agli occhi di Marcello Sorgi. L’ex direttore ed editorialista de La Stampa si focalizza sulla segretaria del Partito democratico nel suo editoriale sul quotidiano piemontese: “Bastava il colpo d'occhio di Piazza del Popolo, affollata da un'organizzazione stile vecchi tempi, per cogliere il dato distintivo, identitario si usa dire, del nuovo Pd di Schlein. Accanto alla rappresentanza ‘classica’ del partito, lavoratori, ceto medio, insegnanti, c'era una vena di movimentismo che non era difficile individuare, anche perché si mescolava fino a un certo punto con la massa assiepata dietro i dirigenti e gli ospiti importanti come Conte, Fratoianni, Bonelli e Landini, e si eccitava per tutte le parole d'ordine ‘contro’ snocciolate dalla segretaria, con quasi solo un ‘per’ la pace. Schlein giorno dopo giorno, in tutte le occasioni pubbliche, non perde occasione per dispiegare la sua strategia”. 

 

  

 

Ed ecco l’analisi più specifica di Sorgi: “Guardato dal punto di vista della società civile, s'intuisce qual è il progetto di Schlein: Elly considera il 18-20 per cento a cui si era ridotto il Pd il minimo storico e in un certo senso qualcosa di acquisito, che l'avvento di Meloni e del suo governo non potrà che consolidare. E guarda a quegli strati più laterali, per non dire marginali della società come un possibile territorio di caccia di consensi. Non solo i disoccupati, i sottopagati, i deprivati del reddito di cittadinanza. Ma anche la vasta composizione trasversale della galassia Lgbtq+, in cerca dell'affermazione di diritti che paradossalmente la Chiesa si sta sforzando di concedere e il governo di destra minaccia di limitare”.

 

 

Ma questo spazio è in parte già occupato dal M5S e quindi Schlein, secondo il giornalista, è costretta a subire l’influenza dell’ex premier: “Quanto possano rappresentare in termini assoluti e di percentuali di voti da aggiungere a quelli ormai da troppo tempo fermi del Pd, è difficile dire. E anche quanto possano collidere con la natura di partito riformista a forte componente cattolica. Inoltre Schlein è la prima a sapere che per questa strada va in competizione, e talvolta in collisione, con il Movimento 5 Stelle. Condannandosi spesso alla subalternità a tutti i ‘no’ di Giuseppe Conte. Anche a quelli inaccettabili, come - sentenzia Sorgi - il rifiuto di aiuti in armi all’Ucraina”.