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Gaza, Batacchi: perché i tunnel "cablati" rendono difficile l'intercettazione

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Lo Stato di Israele è pronto all'operazione via terra sulla Striscia di Gaza. Hamas, intanto, afferma che tratterà sulla questione ostaggi solamente quando finiranno i raid. Ciò che più preoccupa il mondo, che da due settimane sta con il fiato sospeso per l'escalation del conflitto che sta mettendo in ginocchio il Medio Oriente, è la possibilità che gli scenari più agghiaccianti si trasformino nella realtà dei fatti. A fare il punto è stato Pietro Batacchi. Il direttore della Rivista Italiana Difesa ha concesso un'intervista a RaiNews per provare a chiarire come evolverà la guerra. "Sin dal primo momento ho sostenuto che Israele non aveva alternative se non un’azione militare profonda e duratura all’interno della striscia di Gaza perché solo con gli attacchi aerei l’'obiettivo non è raggiungibile", ha premesso. 

 

 

L’operazione via terra, annunciata da Israele, per Batacchi è necessaria. "Certamente c’è stata una campagna aerea che non ha precedenti in termini di intensità e quello ha indebolito molto le capacità militari di Hamas, però per completare l’operazione occorre anche un’operazione di terra che è rischiosa perché Gaza è uno scenario urbano ed è un’area densamente popolata", ha spiegato il direttore della Rivista Italiana Difesa. Ha quindi continuato: "Israele da questo punto di vista non ha alternative e ha scelto di correre questo rischio sulla base del fatto che l’attacco e la sorpresa del 7 ottobre da parte di Hamas hanno cambiato radicalmente i termini del conflitto, quindi oggi Israele è disposta a rischiare molto di più che in passato". 

 

 

Un aspetto che complica però l'azione militare e che potrebbe "mettere i bastoni tra le ruote" ai soldati di Israele è la presenza dei famosi tunnel di Gaza. "Chiaramente l’infrastruttura sotterranea di Hamas complica notevolmente l’operazione, in quanto non si tratta solo di tunnel ma di aree ricavate sotto terra in cui Hamas custodisce una serie di capacità militari pregiate che finora hanno sempre consentito di mantenere intatto il cuore della propria infrastruttura: capacità di comando e controllo, depositi, officine per la produzione di razzi, tunnel, il tutto cablato con la fibra e questo rende difficile l’intercettazione da parte israeliana", ha detto Batacchi. "È chiaro che le forze armate israeliane, quindi le forze di fanteria, i commando e le forze speciali, dovranno entrare anche sottoterra e combattere in queste condizioni che non sono chiaramente ottimali, ma come dicevo prima il 7 ottobre ha cambiato tutti i termini del conflitto", ha poi concluso. 

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