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Le Ong si ribellano alla Ue perché dà ragione all'Italia

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Christian Campigli
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Una vittoria chiara, perentoria, cristallina. L’Unione europea, dopo essersi voltata dall'altra parte per anni, ha finalmente virato verso la posizione italiana sulla stesura del regolamento per la gestione delle crisi dei migranti. Il governo guidato da Giorgia Meloni ha ottenuto infatti che il passaggio sulle Ong venisse stralciato. In sostanza, anche i paladini della sinistra dovranno attenersi alle regole imposte dai Paesi del Vecchio Continente. Una novità che non è piaciuta affatto a Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch, che ha rilasciato un’intervista a la Repubblica. «Troviamo assurdo l’accanimento dell’Italia riguardo l’emendamento sulle ong, rivela la chiara volontà di continuare a criminalizzare l’intervento umanitario. L’Europa ha di fatto avallato la posizione del governo Meloni che contraddice il principio del soccorso umanitario, da tempo alla base del diritto internazionale».

E proprio mentre Sea Watch protestava contro la posizione del nostro esecutivo, la nave Open Arms veniva bloccata per venti giorni, dopo essere sbarcata, quarantotto ore fa, nel porto di Carrara. Un fermo amministrativo per aver disatteso il divieto di effettuare soccorsi multipli. Una notizia che è giunta alla vigilia della nuova udienza a Palermo del processo Open Arms, a carico dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuti d’atti d’ufficio. Una decisione, quella del fermo della Ong spagnola, aspramente criticata dai deputati toscani del Pd. Che hanno annunciato un’interrogazione parlamentare. «Oltre all’aspetto morale, punire e sanzionare le Ong appare una pratica apertamente in contrasto con i principi e le norme del diritto internazionale che garantiscono il diritto per tutti gli individui di essere soccorsi in mare – si legge in una nota- È urgente e necessario sospendere e le sanzioni pecuniarie ed amministrative commutate ad Open Arms ed alle altre navi».

La stessa Ong spagnola protesta: «Riteniamo inaccettabile dover subire questa situazione per aver adempiuto al nostro dovere, cioè per aver rispettato il diritto del ,are e le convenzioni internazionali. È obbligo legale e morale del capitano di qualsiasi nave prestare soccorso ai naufraghi in pericolo. Se salvare vite umane è un crimine, non c’è momento migliore per unirti alla nostra banda. Diventa un criminale». Ad agosto, quando la stessa imbarcazione venne bloccata per la prima volta, due assessori della Regione Toscana, Serena Spinelli e Monia Monni, salirono a bordo della nave e incontrarono il capitano e l’equipaggio per portare «la nostra solidarietà e la nostra gratitudine».

Una visione del mondo ribadita ieri pomeriggio, a margine di una tavola rotonda organizzata a Firenze da Ance. «Il governo ormai si nasconde dietro un dito che non copre più niente, nemmeno la loro vergogna – ha sentenziato Monia Monni Stanno facendo a pezzi il sistema dell'accoglienza diffusa». Una valutazione che è stata smontata dal deputato e coordinatore regionale toscano di FdI, Fabrizio Rossi: «Alla sinistra che non fa che annunciare interrogazioni senza se senza ma, accusando il governo Meloni di non dimostrare umanità sulla vicenda delle sanzioni alla Ong Open Arms, rispondiamo coni fatti: l’accordo Ue, raggiunto con gli ambasciatori sul patto per le migrazioni, nel quale l’emendamento tedesco pro Ong è stato rivisto. La nostra linea è chiara e, a chi sa far solo demagogia, non ricordandosi evidentemente che la disumanità appartiene invece ai trafficanti di morte, ribadiamo una scelta di legalità e di responsabilità che l’Ue sta comprendendo, grazie all’impegno del presidente del Consiglio che, di fatto, ha portato l’Europa in Africa».

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