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Sconcerto in Pakistan, sherpa muore sorpassato dagli alpinisti

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Sta facendo il giro del mondo la terribile storia che arriva dal Pakistan secondo cui un gruppo di alpinisti impegnati nella scalata al K2 avrebbe lasciato indietro uno sherpa morente, proseguendo nel percorso tracciato sulla montagna. Il facchino pakistano, il cui compito era quello di portare i bagagli e montare le corde per gli scalatori, è morto alcune ore dopo, a quanto pare senza ricevere soccorso. 

Secondo quanto emerso finora gli alpinisti (circa 50) erano sul "Bottleneck", il collo di bottiglia del K2 a 8.200 metri di altezza e sopra uno strapiombo. Passaggio che si è costretti ad attraversare in fila indiana per arrivare alla vetta. E' a quel punto che lo sherpa, Mohammad Hassan, si sarebbe sentito male perdendo i sensi e restando appeso alla corda. E' stata lanciata una raccolta fondi per sostenere la famiglia e in poche ore sono stati raccolti 92mila euro. L’incidente è stato catturato in video girato dal drone del cameraman austriaco Philip Flaemig. "Quest’uomo - ha detto l'operatore - era ancora vivo mentre una cinquantina di persone lo oltrepassavano".

Nel frattempo ha reagito intanto alla pioggia di critiche e polemiche scoppiate nel mondo dell’alpinismo Kristin Harila, la norvegese che da settimane era impegnata nell'impresa di completare la scalata delle 14 più alte vette del mondo in meno di tre mesi, con il supporto di innumerevoli sherpa ed elicotteri. «È stato un tragico incidente», ha detto, assicurando comunque che lei e gli altri membri della spedizione hanno cercato per un’ora e mezza di aiutare la vittima in condizioni meteo proibitive.

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