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Miss Olanda 2023, Rikkie Kolle eletta reginetta: è una modella transgender

Antonio Siberia
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Un concorso di bellezza femminile vinto da una transgender. La notizia arriva dai Paesi Bassi dove Rikkie Kolle è la prima transgender a essere eletta Miss Olanda. 22 anni, di Amsterdam, rappresenterà i Paesi Bassi al prossimo concorso per Miss Universo. La domanda, ovvia e per nulla politicamente scorretta è: perché un concorso di bellezza femminile deve essere vinto nel 2023 da una transgender? Si potrà ancora riflettere su questo interrogativo senza essere accusati di transfobia o simili? Noi ci proviamo, in nome della libertà. Perché nessuno vuole metter limiti alle libertà di scelta che ogni singolo individuo ha rispetto alla propria vita e alle decisioni da prendere. Ma un conto sono le libertà e altro conto sono i concorsi di bellezza femminili. Cosa accadrebbe se una donna partecipasse a un concorso di miss trans e vincesse? Temiamo il finimondo. Anzi, probabilmente non la accetterebbero neppure.

 

 

Senza contare poi che i concorsi di bellezza femminile, da sempre ritenuti dalle femministe di tutto il mondo un luogo di mercificazione del corpo delle donne, oggi - nel silenzio di tutte le femministe o quasi - si ritrovano a esser considerati avanguardie dei nuovi (presunti) diritti, come quello di una transgender di vincerne uno. La verità è che le libertà qui non c’entrano nulla ma semmai c’entra lo spirito dei tempi. Uscendo dai concorsi di bellezza e andando allo sport, infatti, la domanda si ripropone identica nella sua logica: far partecipare delle atlete trans a Olimpiadi (o altre gare) femminili è una frontiera di libertà o un eccesso di zelo verso la cultura dominante che grida alla fobia al primo dubbio manifestato sull’argomento? Per non fermarsi ai concorsi e allo sport, allarghiamo la riflessione all’ironia e all’arte.

 

 

Un grande artista italiano, Franco Califano, anni fa ha scritto una canzone dal titolo: «Avventura con un travestito». Vi riproponiamo qui alcuni versi del testo: «In faccia era più liscio della cera / Che barba s'era fatto quella sera / Era una bomba infatti me so detto / Nun so più io si nun la porto a letto / Tutto sembrava fuorché 'n travestito / Perciò come 'no stronzo so 'mboccato / Credenno pure a tutte quelle scuse / Quanno me disse: "No, c'ho le mie cose"». Cosa accadrebbe oggi se un artista riproponesse una canzone sull’argomento, con ironia simile? Già vediamo le reazioni del mondo politically correct: siete dei fobici. Basta. Ebbene, anche da questa mancanza di ironia e di auto-ironia dei nostri tempi, si misura un’amara realtà: tutto ciò che sembra esser segno di una maggiore libertà, probabilmente non lo è affatto. Rifletterci, senza ideologie e senza barricate, è cosa buona e giusta.

 

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