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Sudan, in arrivo boom di migranti verso l'Europa: "C'è la regia di Putin"

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Arriveranno questa sera intorno alle 18.30 a Ciampino due voli dell’Aeronautica militare con a bordo 95 italiani provenienti dal Sudan. Ad accogliere i connazionali ci saranno il ministro degli Esteri, Antonio Tajani e il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha espresso "apprezzamento per l’operazione efficiente, brillante e rapida che è stata compiuta in Sudan per i nostri concittadini", è il messaggio del capo dello Stato al ministro Crosetto, nel corso di un incontro al Quirinale. L'evacuazione dei cittadini stranieri continua, ma l'Occidente avrà a che fare con gli effetti della crisi a lungo. Il Paese è sprofondato nel caos ma ora l'attenzione è destinata spostarsi da Khartoum a Port Sudan.

 

"I destini del conflitto si stanno decidendo a 800 km di distanza dall’epicentro del dramma, sotto la regia di Putin", scrive il Giornale in un'analisi dello scontro tra le Forze paramilitari del Supporto Rapido (Rsf) del generale Mohamed Hamdan Dagalo e l’esercito regolare del comandante Abdelfattah Al Burhan, le due fazioni che si scontrano per diventare l'esercito ufficiale del Paese dopo il colpo di Stato.  I "danni li pagherà l’Europa in termini d’immigrazione", è l'allarme, con l’Unhcr che stima in 20mila le persone in fuga dal Sudan ma "l’esodo potrebbe però riguardare milioni di persone" verso gli altri Paesi dell'Africa e l'Europa. L'ong Sos Mediterranée spiega che la crisi "farà aumentare le partenze dei profughi". 

 

Ma cosa c'entra la Russia? A Port Sudan "Mosca sta insistendo per costruire un hub militare e commerciale, in una delle vie marittime più strategiche al mondo", si  legge nell'articolo che spiega come l'accordo che il Cremlino vuole chiudere il prima possibile permetterebbe e Putin di controllare un tratto di mare fondamentale per il trasporto di gas e petrolio. Nella zona insistono i paramilitari russi e l'onnipresente brigata Wagner di Prigozhin, che già controllano siti minerari per l’estrazione dell’oro, soprattutto nel Darfur. "Putin cerca due obiettivi in una volta sola: prendere l’hub sul Mar Rosso e ferire mortalmente l’Europa con la bomba migratoria", si legge nell'analisi. 

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