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Putin ordina la caccia alle spie. Bomba a San Pietroburgo, spunta la "profezia"

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Poco prima della bomba esplosa al caffè di San Pietroburgo dove ha perso la vita il blogger-soldato Vladlen Tatarsky il presidente russo aveva chiesto ai vertici del Consiglio di Sicurezza della Federazione una stretta contro il "terrorismo interno" e tuonato contro la spie occidentali annidiate nel potere russo. A svelare il contenuto di una "riunione operativa" che si sarebbe svolta venerdì 31 marzo è il canale Telegram Svr nella quale Putin avrebbe "rimarcato l'ottimo lavoro per identificare la 'spia americana'" che avrebbe raccolto informazioni segrete sotto la copertura del Wall Street Journal sull'operato del complesso militare-industriale e le avrebbe passate al "centro di intelligence". Putin avrebbe chiesto ai servizi segreti interni di "non fermarsi qui" nella caccia alle "talpe" e avrebbe puntato il dito sul "ruolo distruttivo dell'intelligence britannica, che ha stretti legami con i traditori all'interno della Russia".

 

Nello stesso incontro, il presidente avrebbe annunciato che la prossima riunione del Consiglio di Sicurezza avrebbe trattato il tema della "lotta al terrorismo in Russia".  "Per una 'strana' coincidenza, l'esplosione in un caffè di San Pietroburgo, in seguito alla quale domenica è rimasto ucciso il comandante militare Maxim Fomin, alias Vladlen Tatarsky, ha reso più significativo l'ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio di Sicurezza", commenta l'account Telegram nel retroscena secondo cui tra l'altro, le condizioni di salute del presidente sarebbero peggioraste negli ultimi giorni. 

 

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