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Ucraina, bomba di Rampini: “Gli Usa vogliono congelare la guerra”. Poi il modello Corea

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“Negli Usa c’è l’ipotesi di ‘congelamento’ della guerra in Ucraina, all’insegna del ‘meno peggio’, se l’alternativa è continuare i combattimenti a tempo indefinito”. È questo l’incipit dell’articolo di Federico Rampini sul conflitto tra Kiev e Mosca sul Corriere della Sera. Il giornalista ha svelato gli ultimi rumors sull’ipotesi di ‘pace’ con la Russia, sul modello di quanto già avvenuto in passato: “Il precedente più citato è quello della guerra di Corea 1950-53, tuttora irrisolta visto che non esiste un trattato di pace tra i belligeranti. Quel cessate il fuoco di settant’anni fa però ha consentito alla Corea del Sud di ‘vincere la pace’”.

 

 

“Tra chi riflette su come uscire dallo stallo attuale in Ucraina, il precedente coreano - spiega ancora Rampini - serve a ricordare che a volte la storia costringe ad accontentarsi del ‘meno peggio’. Tanto più se l’Occidente dovesse convincersi che una vittoria dell’Ucraina è impossibile. La voglia di voltare pagina nei nostri paesi non è giustificata dai sacrifici che abbiamo fatto, sono stati molto inferiori a quel che si temeva. I sondaggi indicano ovunque la stessa tendenza, dagli Usa all’Italia, una progressiva erosione dei consensi verso gli aiuti a Kiev. Giusta o sbagliata, la stanchezza delle opinioni pubbliche condizionerà alcuni governi”.

 

 

Rampini svela poi i rischi di tale strada per il cessate il fuoco: “La Russia lo potrebbe usare per riarmarsi, ricostituire i suoi arsenali, e preparare nuovi attacchi. C’è però la possibilità che le tre maggiori potenze europee, Regno Unito, Francia e Germania, offrano delle formali garanzie di sicurezza all’Ucraina, promesse vincolanti di intervenire in sua difesa, forse sotto forma di trattati. Queste garanzie potrebbero fare da ‘ponte’ in attesa di un ingresso di Kiev nella Nato, che non può avvenire in tempi brevi”. La strada verso la fine del conflitto tra Ucraina e Russia è ancora tortuosa.

 

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