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Russia, altra bufera su Putin. “Tutti pagati”, mistero sul videomessaggio di Capodanno

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Descritto dai nemici come paranoico e ossessionato dai timori per la sua sicurezza, il presidente russo Vladimir Putin è ora accusato di aver utilizzato «attori pagati» perchè impersonassero i soldati alle sue spalle nel discorso di auguri di Capodanno. Nel filmato, lo si vede infatti parlare accanto a una ventina di soldati i quali - secondo quanto anticipato dal suo portavoce il 31 dicembre - «hanno combattuto in Ucraina», uomini e una donna con indosso divise militari e anche medaglie di guerra, tutti in piedi dietro di lui. Secondo Dmitry Peskov, Putin parlava dal distretto militare meridionale della Russia. Ma sul web nel giro di poche ore sono comparse le denunce di chi si è premurato di studiare bene i volti e li ha ritrovati anche in altri video della «propaganda russa». 

 

 

In particolare, nel video c’è una donna bionda, sistemata proprio alla destra di Putin, già apparsa in altri video in cui Putin era presumibilmente «con la gente comune russa», impegnato in varie attività. La misteriosa donna bionda sembra infatti proprio la stessa che appare dietro a Putin in una Chiesa; o come marinaia, su un peschereccio con un giubbotto di sicurezza impermeabile, sempre accanto al presidente; anche in quel caso insieme ad altri uomini che assomigliano a quelli ne nel video di Capodanno. Il trio (la bionda e due uomini) sembrano comparire anche in altre clip, tra cui quello di una gita in campagna (tutti seduti con Putin attorno a un falò) e quello di una colazione di lavoro. 

 

 

Secondo alcuni osservatori, la misteriosa donna assomiglia a Larisa Sergukhina, membro della Commissione della Duma regionale per il monitoraggio della legislazione. La co-vincitrice del premio Nobel per la pace 2022 Oleksandra Matviichuk ha denunciato l’utilizzo degli attori: «Putin voleva copiare Zelensky, che è andato a trovare i difensori ucraini a Bakhmut. Ma dopo dieci mesi di guerra su vasta scala, anche gli attori scarseggiano in Russia».

 

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