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Ucraina, esplode gasdotto russo che rifornisce l'Europa

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La situazione nella parte del Donetsk ancora occupata dai russi, come nelle altre regioni annesse da Mosca, ovvero Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, è «estremamente difficile», per ammissione dello stesso presidente russo Vladimir Putin. Proprio a Kherson, dove un nuovo attacco di Mosca ha raggiunto la zona residenziale, lunedì è stato ferito il giornalista italiano Claudio Locatelli. Il veicolo su cui viaggiava, come ha raccontato sui social, è stato colpito. L'esplosione ha danneggiato l'auto, «siamo rimasti bloccati sotto tiro prima di riuscire a metterci in salvo, ho perso sangue mala ferita è lieve. Avessi aperto la porta sarei senza una gamba o peggio», scrive Locatelli, «la macchina è ben segnalata, non c'era nessun altro, l'attacco ai nostri danni visto luogo e dinamica è stato intenzionale. Il tiro proveniva dalla sponda oltre il Dnipro, lì dove si trova l'esercito russo».

In occasione della Giornata dei servizi di sicurezza celebrata in Russia, Putin ha chiesto alle agenzie di controspionaggio di essere «il più possibile focalizzate e concentrate» per «reprimere duramente le azioni dei servizi segreti stranieri e per identificare rapidamente traditori, spie e sabotatori». E oggi il leader del Cremlino ha indetto una riunione del Collegio del ministero della Difesa in cui fisserà gli obiettivi militari per il 2023. Non sembrano però esserci motivazioni belliche dietro a un incendio che è scoppiato nel gasdotto Urengoy-Pomary-Uzhgorod, nella repubblica russa di Chuvashia, in cui sono morti 3 operai.

L'incidente, che ha danneggiato uno degli impianti che fornisce l'Europa, passando per l'Ucraina, sarebbe stato causato da una fuga di gas. Tema su cui Mosca è tornata ad attaccare, con il vicepresidente russo Alexander Novak, che ha minacciato che il tetto al prezzo deciso dall'Ue potrebbe portare a una carenza di gas per l'Europa. Sul campo, intanto, le notizie per Mosca continuano a non essere incoraggianti.

Il Guardian ha pubblicato intercettazioni di alcune telefonate in cui i soldati russi, parlando con i propri cari, riferiscono che «hanno detto che non potevamo ritirarci. Altrimenti potremmo essere fucilati», lamentano scarso equipaggiamento - «Dove sono i missili di cui si vantava Putin?» - e ammettono le perdite: «Ci è stato permesso di essere massacrati tutti». Questo mentre Kiev ha bombardato la regione russa di Belgorod, lasciando un terzo dei residenti senza elettricità. Problemi di approvvigionamento energetico si sono registrati anche in 11 regioni dell'Ucraina, a seguito agli attacchi russi. Tra queste anche la regione di Kiev, rimasta per l'80% al buio. 

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