missili su kiev

Guerra Russia-Ucraina, Putin non fa retromarcia: “Nessun pentimento”. Altri missili su Kiev

Nessun pentimento e nessun rammarico. Vladimir Putin tira dritto per la strada intrapresa lo scorso 24 febbraio e risponde con un secco «no» a chi gli chiede se avesse qualcosa da rimproverarsi. Una situazione, quella dell'«operazione militare speciale, che è spiacevole», ma che è stata portata avanti perché «ci saremmo comunque trovati nella stessa situazione un po’ più tardi, solo in condizioni peggiori per noi». Nel suo lungo discorso ad Astana, dove ha preso parte al vertice Cica insieme a diversi leader asiatici, il presidente russo lancia messaggi sia sul fronte interno che su quello internazionale. Prima di tutto Putin punta a tranquillizzare i russi spiegando che la mobilitazione parziale «sarà completata entro due settimane», in quanto il ministero della Difesa «non ha proposto» di aggiungere ulteriori forze ai 300mila richiamati. Per quanto riguarda il conflitto sul campo, Putin spiega che Mosca «non intende distruggere l’Ucraina» e che «almeno per ora» non c’è bisogno di «attacchi massicci» sul territorio. E se la strada della diplomazia sembra avere imboccato un vicolo cieco la colpa è degli ucraini, che «hanno perso il desiderio di negoziare quando la Federazione russa si è ritirata dalla regione di Kiev». 

 

  

 

Il presidente russo dice pure di non aver ancora deciso in merito a una sua partecipazione al G20 di Bali a novembre e in ogni caso non vede «la necessità« di organizzare un eventuale bilaterale con Joe Biden. «Finora non c’è una piattaforma per alcun negoziato«, chiarisce. Ancora più diretto l’avvertimento all’Alleanza Atlantica: «Uno scontro diretto tra le truppe della Nato e l’esercito russo è un passo molto pericoloso che può portare a una catastrofe globale«, «chi ne parla sia abbastanza intelligente da non compiere passi così pericolosi«.

 

 

Nel frattempo diverse regioni dell’Ucraina sono state bersagli di attacchi la notte scorsa, secondo quanto riportato dalle autorità locali. Nella città di Zaporizhzhia sono state colpite alcune infrastrutture e si sono sviluppati incendi. Il governatore Oleh Staruch ha esortato la popolazione ad andare nei rifugi. Cinque droni di fabbricazione iraniana sono stati intercettati nella vicina regione di Dnipropetrovsk. Nella stessa area però più di 50 proiettili di artiglieria sparati da lanciarazzi e artiglieria pesante hanno colpito il distretto di Nikopol. Due persone sono rimaste ferite. Allarmi anche nella regione di Kiev: stamane è stata bersagliata una centrale elettrica. L’assalto mette a rischio l’approvvigionamento nella capitale e nella sua regione, che adesso potrebbero subire black-out. Le autorità ucraine hanno esortato i residenti di Kiev e della regione a limitare l’uso dell’elettricità dalle 17:00 alle 23:00.