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Omnibus, il giudizio di Giulio Tremonti: “Guerra ideologica tra due mondi”. Accuse a Putin: disprezzo puro

Luca De Lellis
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“La guerra non è tra due paesi, ma è un conflitto ideologico tra due mondi. Quello occidentale e quello russo per come lo intende Putin. Con a lato la Cina che guarda incuriosita”. Giulio Tremonti, ospite della conduttrice Alessandra Sardoni nella puntata di giovedì 5 maggio ad Omnibus su La7, ha sostenuto una tesi del tutto particolare. Nonché inquietante, perché se così dovesse essere realmente Vladimir Putin non fermerà la sua “operazione speciale”. Secondo le parole dell’ex ministro dell’Economia e delle Finanze nei vari governi Berlusconi, l’odio di Putin nei confronti dei valori professati dall’Occidente è incalcolabile: “Putin ha un’ideologia che disprezza i nostri valori, per questo credo sia un confronto ideologico e non relativo ad interessi”.

 

Negli ultimi giorni diversi esponenti dell’opinione pubblica italiana hanno paragonato le figure di Putin e Hitler. Tremonti utilizza questo parallelo per offrire il suo punto di vista sulla guerra: “Adesso che è di moda il parallelo con Hitler, credo che ci siano delle analogie estremamente forti con il modus operandi di Putin. Se questa è la follia del Cremlino, quegli schemi si ripeteranno. Secondo me Putin ha sul comodino ‘1984’ di Orwell. Guarda caso nel libro c’è la guerra tra gli Stati. L’Eurasia nella visione di Putin non è l’Europa dall’Atlantico agli Urali, ma il contrario. L’ha teorizzata, l’ha scritta”. La preoccupazione incombe, mentre la guerra prosegue senza soluzione di continuità. L’attuale presidente dell’Aspen Institute però è positivo rispetto a un eventuale esito finale dello scontro: “La prova assoluta della superiorità dell’Occidente sull’Oriente sta nei vaccini. Noi li abbiamo avuti in un anno, la Cina non li ha da 3 anni. Credo che alla fine l’Occidente trionferà”.

 

Tuttavia, per Tremonti “ciò che è tragico è la completa insufficienza delle nostre classi dirigenti”. Insomma, il fronte europeo e atlantico non starebbe affrontando nel migliore dei modi la situazione. La conduttrice Sardoni gli pone allora la questione: queste debolezze nell’applicazione delle sanzioni possono favorire la Russia? “Non credo. Le sanzioni sono una materia complicata. Un conto è disegnarle a tavolino, uno è vedere nella realtà il loro effetto. Quando cominci a perdere posti di lavoro e a chiudere fabbriche dai ragione alla prudenza della Germania”.

 

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