elezioni in francia

Marine Le Pen si riprende la scena nel confronto tv e tenta la rimonta su Emmanuel Macron

Paola Tommasi

Lui arrogante, lei premurosa e rassicurante. Con la facciata dell'Eliseo sullo sfondo, Emmanuel Macron e Marine Le Pen hanno tenuto ieri sera il loro secondo dibattito televisivo. Come nel 2017, sono di nuovo loro, infatti, a contendersi la presidenza della Repubblica francese al ballottaggio che si terrà domenica 24 aprile. Due ore e mezza e otto domande, dall'economia, con la questione del crollo del potere d'acquisto in primis, alla politica estera, con i candidati che si sono subito rinfacciati i rispettivi rapporti con Putin. Poi salute, welfare, ambiente, ordine pubblico, giovani, istruzione. Lui alla continua ricerca della frase che facesse la storia, lei attenta a recuperare la brutta figura di cinque anni fa. A tal punto che ha chiesto alla rete televisiva ospitante che i duellanti non venissero inquadrati durante le risposte dell'altro. Nel 2017, il cui dibattito per Marine Le Pen ha rappresentato un vero e proprio trauma, era stata più volte «pizzicata» che compulsava nervosamente gli appunti.

 

  

 

E in effetti questa volta, che per tre giorni ha sospeso la campagna elettorale per prepararsi, è apparsa molto più sicura, e più sciolta via via che parlava, mentre Macron evidentemente non impara dagli errori e si è dimostrato come suo solito sprezzante, non riuscendo a dissimulare la supposta superiorità. Eppure lo staff aveva provato a dirglielo in tutti i modi: «Presidente, sui contenuti lei è preparatissimo, deve però dimostrare umiltà altrimenti conferma la diceria che la dipinge come il presidente dei ricchi». Molto tesi pure i conduttori, consapevoli che in ballo c'è il destino non solo di una nazione ma dell'Europa intera, a maggior ragione con una guerra in corso. Motivo in più per essere inflessibili. Ma c'è stato anche tanto di Italia nel dibattito: Emmanuel Macron si è lanciato nell'aumento delle pensioni minime da 1.000 a 1.100 euro, vecchio cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi, e nel tetto al prezzo dell'energia, dando una notizia a tutti noi europei: se vince, appoggia la proposta portata in Ue da Mario Draghi per ridurre i finanziamenti a Putin per la guerra senza passare dallo stop alle forniture di gas russo. A questo punto, tra l'altro, sorge un dubbio: è un'idea di Draghi o di Macron? Chi ha copiato chi?

 

 

Dal canto suo, Marine Le Pen ha proposto la riduzione dell'IVA in bolletta, battaglia a Roma di Matteo Salvini. E visto che il tema energetico è stato, come ci si attendeva, dominante, anche lo studio in cui il dibattito si è svolto rispettava già regole che il governo sta pensando di introdurre negli uffici pubblici: temperatura fissa a 19 gradi centigradi, né uno in più né uno in meno, per risparmiare sul riscaldamento/aria condizionata, noto cruccio del nostro Premier. Nel 2017 finì 66,1% a 33,9%, oggi i sondaggi danno un distacco molto minore, al massimo di dieci punti e probabilmente anche meno, con Macron in vantaggio ma la partita ancora aperta. C'è tempo per segnare fino a domenica alle 20.