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Selvaggia Lucarelli e la feroce critica al brand-Ucraina di Volodymyr Zelensky: sapore di ultra-nazionalismo

Giada Oricchio
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“Sii coraggioso come l’Ucraina” è un’operazione di war-branding che andrebbe dichiarata. Ne è convinta la giornalista Selvaggia Lucarelli. Insospettita da una serie di spot in giro per le vie dello shopping di Milano, ha scoperto cosa c’è dietro la “strana campagna motivazionale” del presidente Zelensky. Lo scopo sembra un coinvolgimento emotivo che sfoci in un coinvolgimento armato mondiale. Lucarelli ha notato: “Il presidente Zelensky, in un video datato 7 aprile, caricato sul sito ufficiale del governo, ha dichiarato: «Essere coraggiosi è il nostro brand, porteremo il nostro coraggio nel mondo!». E dunque, chi c’è dietro questa patinata operazione di propaganda che mira a rendere l’interventismo una scelta glamour e promuove una nazione come fosse un profumo di Chiara Ferragni?”. Il sito del coraggio ucraino “è opera di Banda Agency, un’agenzia creativa ucraina con sede a Kiev e a Los Angeles. (…). In una nota si spiega che le pianificazioni media in 15 paesi, tra i quali l’Italia, sono state rese possibili grazie a spazi offerti da Omd, Dentsu e Publicis. Ma, soprattutto, si scopre che il progetto è «approvato dal Ministero della trasformazione digitale dell’Ucraina»”. In sintesi: la promozione “luxury” della resistenza del popolo ucraino su scala globale è opera del governo di Zelensky. Il coraggio come marchio.

 

 

La giornalista del quotidiano Il Domani non è stupita che la guerra si combatta anche sul piano comunicativo, ma si chiede chi stia finanziando questa costosa campagna promozionale per far diventare il coraggio ucraino un brand (“Il governo ucraino, si suppone. Con quali fondi, in un momento come questo?”) e se non dovrebbe essere più chiaro che si tratta di promozione politica e non di una campagna sociale. Ed ecco svelato il messaggio subliminale: “Il coraggio sta anche nel palesare lo scopo di un’operazione di marketing così ambigua, in cui con la scusa di promuovere il coraggio di un paese in guerra, si sponsorizza, di fatto, l’interventismo. «Sii coraggioso come l’Ucraina», dicono, non «Siamo coraggiosi». E che nei video promozionali ci siano anche le molotov appare come una deriva inquietante che ha il sapore dell’ultra nazionalismo. «Sii coraggioso» è un’operazione di war-branding del governo ucraino che per essere almeno accettabile andrebbe promossa come tale, senza ambiguità: altrimenti è propaganda mascherata bene. E questo è un vizio che lasceremmo volentieri ai cattivi”.

 

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