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Guerra Ucraina, "dateci gli aerei e vinciamo". Il racconto dal fronte: i militari russi più giovani hanno paura e si arrendono

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A combattere in prima linea sul fronte ucraino c'è anche Igor. Parla italiano con spiccato accento romano perché l'Italia è stata la sua casa per oltre dieci anni. Nel 2013, quando è scoppiata la guerra nel Donbass, è tornato in patria per tre anni "per difendere il mio paese". Lo stesso ha deciso di fare nuovamente appena la Russia ha invaso l'Ucraina su larga scala. Il suo racconto a LaPresse dal fronte è una storia dell'orrore. "Io ho combattuto a Makariv nella regione di Kiev nei pressi di Bucha - racconta - e ho visto con i miei occhi quello che fanno i russi. Usano armi non convenzionali in maniera indiscriminata. Questa città è diventata un prato". In uno degli ultimi combattimenti Igor è stato ferito a una gamba ed ha trascorso una settimana in ospedale. "Ho visto molto ragazzi giovani, civili dai 10 ai 22 anni completamente rovinati - dice ancora - c'era una ragazza di dieci anni che piangeva perché diceva che la mamma era morta e su di lei i soldati avevano usato violenza". Ora la città è stata liberata. "Quando siamo arrivati la gente pregava - dice - i russi avevano distrutto e rubato tutto".

A dire del militare ucraino però all'interno delle forze armate di Mosca la situazione è complicata. "Ci sono i militari e poi i ragazzi di leva - argomenta - due settimane fa nella foresta vicino a Zythomyr abbiamo trovato un gruppo di coscritti. Ci hanno detto che erano scappati perché non volevano fare la guerra e morire. Hanno paura perché i nostri soldati sono più organizzati. Spariamo un colpo e loro subito scappano. La verità è che a Putin non interessa nulla della vita dei suoi soldati. Dicono di essere fra i miglior eserciti del mondo, non sono nemmeno il trentesimo".

E la soluzione di Igor per abbreviare il conflitto è netta. "Abbiamo bisogno della chiusura dei cieli - dice senza esitazioni - se l'America e la Nato ci danno la possibilità di controllare il cielo, in quindici giorni noi siamo al confine con la Russia e ci riprendiamo tutti i nostri confini". Questo non comporterebbe per forza una 'No Fly Zone'. "Dateci le armi e ci pensiamo noi", aggiunge il soldato.

Dal punto di vista strategico anche Igor si aspetta un'offensiva russa a Est. "Vogliono prendere le regioni di Luhansk e Donetsk poi Mariupol, Kherson e Mykolaiv per arrivare fino ad Odessa. Non ci riusciranno mai", afferma sicuro.

E per chi pensa che le immagini di Bucha siano una 'messa in scena' come dichiarato da Mosca la risposta è netta. "Io non devo dimostrare nulla a nessuno ma se qualcuno non si fida di me io gli compro un biglietto e venga a vedere con i suoi occhi. Prego, accomodatevi".

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