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In Usa sta crollando il mito di Volodymyr Zelensky? Il sospetto: mistero sugli accordi di pace

È possibile un accordo di pace fra Russia e Ucraina? E su quali basi? «Il crescente numero di vittime in Ucraina ha costretto il presidente Volodymyr Zelensky a considerare concessioni alla Russia per mettere fine al devastante conflitto, ma gli elementi specifici di ogni accordo di pace che potrebbe essere discusso con Mosca rimangono un mistero», scrive il Washington Post. L’Occidente s’interroga su quali siano le intenzioni di Kiev, da cui vengono segnali contrastanti. Tanto più che un accordo avrà implicazioni sulla sicurezza europea e alcuni paesi del fianco est della nato temono una intesa che possa concedere troppo al leader russo Vladimir Putin. «Sono pronto al dialogo, non alla capitolazione», ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una intervista all’Abc. E martedì, quando ha ricevuto a Kiev i leader di Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia «ha dimostrato poco interesse in un accordo negoziato, dicendo che l’Ucraina deve combattere fino a quando Putin non cambierà le sue richieste», ha detto un diplomatico ben informato. Ma allo stesso tempo, il capo negoziatore ucraino, Mykhailo Podolyak, è apparso più ottimista su un possibile accordo. Secondo fonti americane ed europee, è possibile che Zelensky e i suoi consiglieri non siano ancora giunti ad una conclusione definitiva su cosa potrebbero concedere.

 

  

 

Da una parte vi è una pressione per ridurre le sofferenze della popolazione civile, mentre dall’altra Zelensky ha saputo unire il suo popolo nella resistenza all’invasione. In caso di accordo, il presidente ucraino dovrà far accettare l’intesa al suo popolo, un’impresa difficile se dovesse fare importanti concessioni a Mosca, che rischierebbero di passare per un tradimento. Una rinuncia ad entrare nella Nato, cui ha alluso Zelensky, dovrebbe comunque essere sancita a grande maggioranza dal parlamento, dato che questa aspirazione è compresa nella costituzione. Inoltre ogni possibile accordo dovrebbe essere approvato dall’Occidente per portare ad una revoca delle sanzioni. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha chiarito che non basterebbe il ritiro dei russi dall’Ucraina, perché gli Stati Uniti vogliono «un passo irreversibile», l’assicurazione che l’aggressione «non possa ripetersi». «Se alla fine di tutto questo, Putin ne esce con qualcosa che non sia una chiara sconfitta, questo destabilizzerebbe l’Europa e la sicurezza internazionale in maniera mai vista dalla Seconda guerra mondiale», commenta Jonatan Vseviov, segretario generale del ministero degli Esteri estone.

 

 

Una soluzione potrebbe essere una rinuncia ucraina ad entrare nella Nato in cambio del ritorno delle repubbliche separatiste sotto il suo controllo. «Ma la domanda è se Putin sarebbe capace di un accordo che potrebbe apparire come una sconfitta», nota un diplomatico europeo. Intanto gli occidentali non vedono segnali che la Russia stia fermando il suo attacco. E si chiedono perché la Russia faccia sfoggio di ottimismo sull’andamento dei negoziati. Le fonti del Washington Post divergono fra due possibili spiegazioni: la prima che Mosca voglia seriamente un accordo perché vengano sollevate le sanzioni, la seconda che vogliano creare un’impressione di serietà per evitare ulteriori sanzioni.