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Il detenuto ucraino chiede la grazia a Sergio Mattarella perché vuole andare a combattere in patria

Valeria Di Corrado
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Vuole andare a combattere in Ucraina, a fianco dei suoi connazionali, per contrastare l'invasione dell'esercito russo, ma sta dietro le sbarre del carcere di Verona. Per questo Stepan Gostiuk, 34 anni, di nazionalità ucraina, ha chiesto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella la grazia e la sua immediata liberazione. L'uomo è stato condannato per contrabbando di sigarette a 3 anni di reclusione. La sentenza è divenuta definitiva il 29 novembre 2019 e attualmente è detenuto nella Casa circondariale di Verona. «Nelle ultime settimane, in seguito agli eventi occorsi a partire dal 24 febbraio 2022, il mio assistito - si legge nella domanda di grazia presentata dal suo legale - ha preso a esprimere un profondo senso di malessere dovuto, in parte, all'impossibilità di ricevere notizie da parte dei familiari in patria, all'impraticabilità di ottenere aggiornamenti frequenti e realistici circa la situazione effettiva della propria terra, all'incapacità di sapere se i propri cari siano in pericolo, se siano ancora in Ucraina, se siano tutti salvi, se abbiano i mezzi e un luogo ove rifugiarsi o se siano, invece, profughi, evidenziando l'umana esigenza di raggiungerli per prestare loro sostegno e soccorso».

 

 

Oltre a ciò, Gostiuk «palesa un crescente desiderio di fare rientro in Ucraina al fine di adempiere al dovere di sostenere il proprio Paese in questa difficilissima fase di resistenza- precisa l'avvocato Alexandro Maria Tirelli -. Il Presidente ucraino Zelensky reitera quotidianamente richieste di aiuti, anche mediante l'arruolamento, sia di cittadini ucraini che di tutti coloro che volessero sposare la causa ucraina. Zelensky, inoltre, si è in più occasioni rivolto al popolo ucraino per sottolineare, letteralmente, che chiunque possa unirsi alla lotta contro gli invasori deve farlo». Mentre donne e bambini fuggono dalla loro terra, gli uomini rientrano per combattere. Zelensky ha anche stabilito il rilascio dei prigionieri detenuti nelle carceri ucraine, fisicamente in grado di imbracciare un'arma o comunque di rendersi utili a resistere all'invasione russa. «La volontà del Signor Gostiuk non deve, in conclusione, ritenersi un mero desiderio di partecipare alla causa ucraina. Al contrario, la sua partecipazione al conflitto dovrebbe ritenersi il vero e proprio adempimento di un dovere cui, al pari dei suoi concittadini di età compresa fra i 18 e i 60 anni, il mio assistito non può definitivamente sottrarsi. Si sottolinea infine che quest'ultimo sia nella condizione fisica per ottemperare a tale dovere, in questo peculiare e delicato momento apicale della storia del suo Paese».

 

 

«Non potendo ottenere una misura alternativa alla detenzione, il condannato può onorare i propri doveri nei confronti della patria solo ricorrendo alla Sua benevolenza attraverso la presente richiesta di Grazia», conclude il legale nella domanda indirizzata a Mattarella. Poi aggiunge a Il Tempo: «Andrebbe promulgato con effetto immediato un provvedimento di indulto per tutti i cittadini ucraini detenuti nelle prigioni italiani che intendano unirsi alle file della Resistenza». «Non si può escludere un cittadino ucraino dalla partecipazione concreta a un tragico evento storico del suo Paese - precisa Tirelli -. La Storia con la S maiuscola è ben più rilevante di qualsiasi misfatto commesso nel nostro Paese».

 

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