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Niente eutanasia per Noa. La ragazza si è lasciata morire di fame e sete

Carlo Antini
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È ufficiale, Noa Pothoven, 17enne olandese morta dopo una lunga depressione, si è lasciata morire, non è stata sottoposta a eutanasia. La conferma è arrivata dalla clinica Levenseindekliniek, con sede all'Aia, che qualcuno aveva citato per aver presumibilmente accompagnato alla morte l'adolescente in un suicidio assistito. La ragazza, che su Instagram si definiva come una "Mental illness warrior", aveva subito abusi, aveva sofferto di anoressia e poi di depressione profonda. Tutti i media internazionali, a caldo, hanno parlato di eutanasia, che in Olanda è legale nei casi di disturbo mentale e pure per tutti i cittadini di età superiore ai 12 anni, ma a una serie di condizioni rigide, tra cui l'insopportabile sofferenza fisica o mentale del paziente. Nel suo ultimo post su Instagram, Noa aveva confessato di avere «perso la voglia di lottare». «Lasciatemi andare al punto. Nei prossimi 10 giorni morirò», aveva scritto la ragazza. «Da un pò ho smesso di mangiare e bere e dopo molte discussioni...è stato deciso che sarò lasciata andare, perché la mia vita è insostenibile», aveva aggiunto. Nel suo libro 'Winning or Learning' lo scorso anno la giovane raccontava della sua situazione e di numerosi tentativi di suicidio. La notizia, riportata in modo errato, ha fatto il giro del mondo e ha scosso anche il Vaticano. «L'eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza», ha tuonato su Twitter Papa Francesco. Sulla questione dell'assistenza, la linea della Santa Sede non poteva ad ogni modo essere diversa: «Non è possibile che una società non sappia rispondere a queste richieste d'amore che sono espresse anche all'interno delle diverse situazioni così difficili che lei ha vissuto», ha denunciato monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Anche lui considera la morte di Noa una «grande sconfitta» per la società europea che, soprattutto nel Nord Europa, è sviluppata, benestante, ricca ma come spesso accade caratterizzata da una «solitudine imperante». «Siamo forse più ricchi, ma certamente tutti più soli e tutti più fragili. La generazione adulta dell'Europa non sta dando una speranza forte ai più giovani», ha detto Paglia. Chi per primo in Italia ha sollevato il caso sul modo in cui è stata diffusa la notizia è Marco Cappato: «I media italiani non hanno verificato», ha scritto sul suo profilo Facebook. Secondo il tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, l'Olanda ha rifiutato l'eutanasia a Noa. Sarebbe per questo motivo che, per protesta, la ragazza avrebbe smesso di alimentarsi lasciandosi morire a casa, con i suoi familiari consenzienti: «Si attendono smentite e scuse».

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