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Caccia a Cherif, radicalizzato in carcere: "Ha gridato Hallah Akbar"

Davide Di Santo
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Il giorno dopo l'attacco ai mercatini di Natale nel centro storico di Strasburgo, in Francia è caccia all'uomo che, urlando Allah Akbar, ha fatto tre morti e ha ferito 12 persone. Tra queste un italiano, il giornalista Antonio Megalizzi, che è in coma e lotta tra la vita e la morte. Sono oltre 750 gli agenti che danno la caccia a Cherif Chekatt, il delinquente comune 29enne che ieri sera si è trasformato in un terrorista e ha ucciso un turista thailandese, un padre di famiglia francese che lavorava a Strasburgo e un membro della comunità turca. Tra i 12 feriti, 6 sono gravissimi. Ma finora di lui, nonostante sia stato lui stesso ferito durante l'attentato, nessuna traccia: c'è chi dice che potrebbe già aver varcato il confine con la Germania. Intanto sono stati fermati e interrogati il padre, la madre e i due fratelli, uno dei quali apparterrebbe alla comunita' salafita locale. La Francia, che si sveglia ancora una volta scossa dal terrore, ha innalzato l'allerta terrorismo e ha messo in campo 750 tra agenti e militari per setacciare ogni centimetro di Strasburgo e scovare quello che e' a tutti gli effetti l'uomo piu' ricercato del Paese. Cherif Chekatt risiedeva nel quartiere di Koenigshoffen. Al dolore per l'ennesimo attentato si unisce lo sconcerto sul perche' nonostante la sua pesante storia di delinquenza alle spalle (condannato per 27 reati, ricercato per rapina e tentato omicidio), nonostante fosse segnalato con la "S" di pericolo pubblico perche' radicalizzato, sia stato in grado di armarsi e colpire nel centro di Strasburgo, a pochi passi dal Parlamento europeo. Chekatt era stato detenuto in Germania per poco piu' di un anno prima di essere espulso in Francia. E durante un suo soggiorno in un carcere francese, tra il 2013 e il 2015, era stato segnalato alla Direzione generale della sicurezza interna (Dgsi) per la radicalizzazione della sua pratica religiosa e il suo proselitismo. Per questo, dopo la scarcerazione, Cherif veniva seguito "in modo piuttosto attento", come ha riferito il vice ministro dell'Interno, Laurent Nunez, precisando che "l'uomo incitava alla pratica della religione in una forma radicale, ma nulla - ha aggiunto - permetteva di rilevare un passaggio all'azione nella vita quotidiana". Cosi' per la polizia e i servizi di sicurezza francesi, Cherif era stato classificato come "profilo ibrido". Lotta tra la vita e la morte, invece, il giornalista radiofonico Megalizzi, 28enne trentino, ferito alla nuca da un proiettile durante l'attentato. Si trova ricoverato in gravi condizioni in un ospedale della citta' francese, dove e' arrivata la sua famiglia: la madre Annamaria, il padre Domenico, la sorella Federica e la fidanzata Luana Moresco di Mezzocorona.

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