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Il Brasile svolta a destra: Bolsonaro al 46%, ora il ballottaggio col socialista Haddad

Davide Di Santo
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Anche il Brasile svolta a destra. Jair Bolsonaro è ufficialmente il vincitore del primo turno delle elezioni presidenziali brasiliane, con il 46,05% dei voti. Affronterà al secondo turno Fernando Haddad, del Partito dei Lavoratori (Pt) che ha ottenuto il 29%. Sarà un testa-a-testa tra il candidato dell'estrema destra e quello socialista a decidere il 28 ottobre chi sarà il prossimo presidente brasiliano. Bolsonaro, il 'trump dei Tropici' come lo ha chiamato qualcuno, ha sfiorato la vittoria al primo turno (46,05%) sostenendo che non precisati problemi con il voto elettronico lo hanno privato del traguardo. In un Paese fortemente polarizzato per le sue posizioni controverse (la difesa della dittatura militare, le dichiarazioni sessiste e omofobiche) Bolsonaro ha addirittura migliorato le previsioni dei sondaggi. Il candidato del Partito dei Lavoratori (PT), scelto perché l'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva non ha potuto presentarsi perché in carcere a scontare una condanna per corruzione, è riuscito comunque a garantirsi il secondo turno con il 29% dei voti. E adesso solo un cambiamento radicale negli orientamenti eviterà, il 28 ottobre, che l'estrema destra vada al governo del Paese più grande dell'America Latina. Bolsonaro ha detto che sarebbe stato proclamato presidente dopo il voto di domenica, se non fosse per numerose irregolarità registrate nell'uso delle urne elettroniche. "Abbiamo ricevuto molte denunce: uno votava solo per il governatore e si chiudeva la scheda, oppure uno schiacciava l'1 e appariva da solo un candidato della sinistra. I reclami sono stati veramente tantissimi", ha detto Bolsonaro, in una dichiarazione diffusa su Facebook Live. Seduto accanto al suo consigliere economico, Paulo Guedes, Bolsonaro ha sottolineato che "il Brasile e' ormai al bordo dell'abisso", perché la classe politica ha fatto "affondare il paese nella sua peggiore crisi economica ed etica" per cui "è necessario togliere lo Stato da addosso a chi produce". "E' un lavoro difficile, certo, ma non possiamo continuare a fare le stesse cose fatte durante gli ultimi trent'anni", ha aggiunto l'ex militare, secondo il quale "avremo la responsabilità di decidere quali saranno i settori strategici del paese" perché "non vogliamo consegnare il nostro patrimonio a nessun'altra nazione". Bolsonaro ha sostenuto che il fatto di essere arrivato al secondo turno è "già una vittoria di per sé", avvertendo che la campagna per il ballottaggio del 28 ottobre "non sarà facile", perché i suoi rivali "hanno miliardi a disposizione".

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