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L'Austria sceglie il suo presidente tra Hofer e Van Der Bellen

Hofer e Van Der Bellen

Katia Perrini
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Urne aperte oggi in Austria per il ballottaggio delle elezioni presidenziali: dopo il voto annullato dello scorso anno, gli elettori austriaci tornano ai seggi al termine di una campagna elettorale durata quasi un anno. I due candidati sono l'indipendente ex ecologista Alexander Van Der Bellen e Norbert Hofer, candidato dell'estrema destra. Due candidati molti diversi e sulla cui scelta il paese si è letteralmente diviso, come confermano i risultati del ballottaggio del 22 maggio scorso poi invalidato per irregolarità nel voto per corrispondenza, che aveva assegnato la vittoria a Van Der Bellen con una maggioranza di poche decine di migliaia di voti (50,3%). Gli occhi dell'Europa sono puntati su questo voto, considerato un test importante per capire se proseguirà l'ondata populista di questi mesi, che ha già investito Francia e Germania, senza dimenticare il voto sulla Brexit e, oltreoceano, l'elezione negli Stati Uniti di Donald Trump.  Economista, 72 anni, Van Der Bellen appartiene ad un'antica famiglia aristocratica. È nato a Vienna da padre russo di origine olandese e madre estone, entrambi profughi a seguito dell'invasione dell'Estonia da parte dell'Unione Sovietica avvenuta nel 1940. Politicamente in origine era vicino ai socialdemocratici ma fu successivamente attratto dal movimento ecologista durante le proteste del 1984 contro una centrale nucleare sul Danubio. A queste elezioni si è presentato come candidato indipendente per ampliare le proprie possibilità, ma la sua campagna è finanziata e organizzata dai Verdi. Sostenitore di un'idea di Europa multiculturale e tollerante, crede che l'Ue debba rispondere con la solidarietà alla crisi dei migranti. Norbert Hofer, 45 anni, è da molti considerato il volto umano del Partito della Libertà (FPOe), di estrema destra. Al voto di marzo è riuscito a conquistare il 49,7% dei voti perdendo di un soffio. È stato il suo Partito ad impugnare poi il risultato davanti alla Corte Costituzionale. Hofer ha studiato ingegneria aeronautica ma ha anche una grande esperienza in strategie della comunicazione. Hofer ha svolto un ruolo molto rilevante nel disegnare la piattaforma anti-immigrazione del suo partito e ha minacciato, in caso di elezione, di destituire il governo se questo non presenterà risultati. E la minaccia riguarda anche il problema dei migranti, perché Hofer considera che il sistema sociale offra grandi incentivi ai migranti economici. Sono in molti a considerare il candidato presidente un lupo travestito da pecora. Ma i sondaggi più recenti lo danno in vantaggio: in sette delle ultime nove inchieste appare in testa e solo una di queste dà Van Der Bellen vincitore. «Più la gente si abitua a vederlo sorridente in tv, meno lo vede come un estremista di destra», spiega Benedikt Narodoslawsky, di Falter, citato dal Guardian. Il quotidiano britannico sottolinea invece come dopo il ballottaggio di maggio e la richiesta di invalidare il risultato vi fossero rabbia e frustrazione, una situazione che avrebbe potuto ritorcersi contro il candidato del FPOe.

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