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Rodman atterra in Corea del Nord, giocherà per il caro leader

Rodman

L'ex giocatore e altre ex stelle dell'Nba si esibiranno mercoledì in una partita per il compleanno di Kim Jong Un

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Dennis Rodman, stella poliedrica dell'Nba anni '90, la chiama diplomazia del basket. L'uomo dal record dei rimbalzi torna in Corea del Nord e porta con sé altri ex giocatori. Si esibiranno mercoledì in una partita per il compleanno del leader Kim Jong Un. L'ex giocatore statunitense è noto per le sue stranezze e per le sue abitudini decisamente sopra le righe. La sua carriera è costellata di sbandate e numeri da campione. Ha un passato da star dei B movies e dei reality americani. E' stato il primo a tingersi i capelli di verde fosforescente nell'Nba, l'unica stella del basket Usa a vestire i panni del wrestler (fece parte degli nWo con Hulk Hogan) e ad avere una storia con la cantante Madonna. Vincitore di cinque campionati e per sette volte consecutive della classifica dei rimbalzi, autore di racconti per ragazzi con problemi di alcol e con una causa legale in corso per essersi rifiutato di pagare gli alimenti alla sua terza moglie e ai suoi bambini. Atterra a Pyongyang da Pechino, accompagnato da una squadra di ex compagni di campo tra cui Vin Baker e Cliff Robinson, che sfideranno il team nazionale locale. Agisce di testa sua, parla, gioca a fare l'ambasciatore della  pace con uno stato canaglia che della libertà semplicemente se ne frega. Lui si attira le critiche degli Stati Uniti. "Si tratta di tentare di mettere in connessione due paesi nel mondo, di far capire alla gente: Sai cosa? Non tutti i paesi del globo sono così cattivi, specialmente la Corea del Nord", dichiara fuori dal suo albergo di Pechino prima di partire. "La gente dice così tante cose negative sulla Corea del Nord, io voglio che le persone nel mondo vedano che non è così male". Gli Stati Uniti sono in rapporti tesi con la Corea del Nord. Il suo programma nucleare non lascia spazio a trattative e Rodman è stato criticato per non aver dato  sufficiente spazio alla situazione (grave) dei diritti umani nel Paese. Tra le denunce che riguardano il governo nordcoreano si contano: uso indiscriminato di omicidi, stupri, violenza e campi di prigionia, in cui vivono almeno 120mila persone considerate oppositori del leader Kim Jong Un, terza generazione del potere nelle mani della sua famiglia. L'ex star del basket americano si era recato in Corea anche lo scorso febbraio, in quello che è stato il suo primo viaggio nel paese, accompagnato dagli Harlem Globetrotters per realizzare una serie tv firmata Hbo. Allora Rodman definì Kim un amico per la vita.   I cestisti americani si esibiranno nel giorno del trentesimo compleanno di Jong-un. Tra loro Kenny Anderson, Cliff Robinson, Vin Baker, Craig Hodges, Doug Christie, Charles D. Smith. "In qualche modo dobbiamo farcela e non importa quale disaccordo o discrepanza abbiamo nella vita", afferma Rodman, l'americano di più alto profilo a fare visita al paese da quando il padre di Kim Jong Un è morto nel 2011. "È come dire: perché abbiamo le Olimpiadi? Quando tutti vi prendono parte, non c'è problema. Questo sto facendo, questo è tutto ciò che sto facendo". Magari non si rende conto con chi ha a che fare. Rodman faccia attenzione a non calpestare i piedi del caro leader, il peggio che potrebbe capitargli è essere sbranato dai cani.

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