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Proteste in Bangladesh dopo le elezioni

Le elezioni sono state boicottate da 21 partiti dopo che il premier Hasina ha rifiutato di dimettersi prima del voto

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La Lega Awami, il partito al potere in Bangladesh, ha definito una vittoria per la democrazia le elezioni che si sono svolte ieri nel paese. Ma il voto è stato segnato da gravi violenze, con almeno 18 morti e l'opposizione ha proclamato uno sciopero generale di 48 ore. Il governo deve immediatamente cancellare il voto e dimettersi, ha affermato Osman Faruk, esponente del Partito Nazionalista del Bangladesh dell'ex premier Khaleda Zia. Durante lo sciopero, ha spiegato, verranno bloccate strade, ferrovie, comunicazioni fluviali e marittime. Il voto è stato segnato da scontri attorno ai seggi in tutto il paese, che hanno contribuito a limitare l'affluenza alle urne. Le operazioni di voto sono state sospese in 183 seggi su 18mila a causa di violenti attacchi di oppositori. Le elezioni sono state boicottate da 21 partiti dopo che il primo ministro Sheikh Hasina ha interrotto la consuetudine di dimettersi prima del voto. Fin dal 1991, per evitare brogli da parte del governo al potere, tutte le elezioni si erano svolte sotto la guida di un esecutivo neutro ad interim. Sheikh Hasina e Khaleda Zia, divise da una forte rivalità, si sono alternate al potere negli ultimi vent'anni.

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