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Scontri in Bangladesh: 28 morti e centinaia di feriti

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Polizia attaccata dai manifestanti islamisti. Un agente decapitato con il machete

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È di almeno 28 morti e centinaia di feriti il bilancio degli scontri tra la polizia e islamisti a Dacca, in Bangladesh. Lo hanno riferito fonti mediche e della polizia. Gli agenti hanno usato granate stordenti, idranti, gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere il sit-in di almeno 70.000 militanti islamici accampati nel distretto commerciale di Motijheel per chiedere una nuova legge sulla blasfemia. I disordini erano cominciati ieri pomeriggio, quando 200.000 militanti e simpatizzanti del gruppo radicale Hefajat-e-Islam avevano marciato nel centro della capitale e occupato sei autostrade invocando pena di morte per gli atei. Nella notte i manifestanti hanno attaccato i poliziotti con sassi, mattoni e canne di bambù e ne è seguita una lunga battaglia terminata solo questa mattina. Negli scontri sono stati esplosi molti colpi d'arma da fuoco e un agente è stato decapitato dalla folla con un machete. Nel frattempo il leader del movimento integralistico, Allama Shah Ahmad Shafi, è stato costretto a lasciare la capitale sotto scorta armata, e fatto salire a forza su un aereo in partenza per Chittagong, la seconda città del Paese asiatico. Le forze dell'ordine hanno smentito che Shafi sia stato arrestato, e hanno ribadito che ha lasciato di sua iniziativa la propria 'madrassa', la scuola coranica da lui stesso diretta.

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