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Rivoluzione alla Farnesina, arriva la piattaforma il sostegno all'export

Foto: Lepresse

Pietro De Leo
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La Farnesina si prepara a un cambiamento strutturale che, come ha specificato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, rappresenta «l’inizio di una vera rivoluzione». Presentando la riforma a Villa Madama, Tajani ha illustrato il nuovo modello organizzativo che entrerà in vigore il 1° gennaio 2026 e che punta a riorganizzare il Ministero degli Esteri senza costi aggiuntivi, per adeguarlo a un contesto geopolitico in vorticoso mutamento. Al centro del percorso che orienta il «nuovo» ministero, l’idea che la politica estera debba sostenere in modo più efficace l’internazionalizzazione delle imprese, in quella che Tajani definisce la «diplomazia della crescita». Il nuovo assetto prevede una struttura doppiamente costituita: «Il ministero avrà una "testa" politica ma anche una "testa" economica», ha detto Tajani. Accanto al Segretario generale, infatti, verranno quindi affiancati due vice, uno dedicato agli aspetti politici e l’altro a quelli economici, con l’obiettivo – come osserva lo stesso ministro – che entrambe le dimensioni operino in modo coordinato. Nascerà anche la Direzione generale per la crescita e la promozione delle esportazioni, destinata a diventare un punto unico di riferimento per le imprese: «Tutti gli imprenditori possono avere un punto di riferimento preciso per una politica economica coordinata».

Entro il 2026 questa impostazione coinvolgerà l’intera rete diplomatica, trasformando ambasciate e consolati in piattaforme di sostegno all’export: «Tutte le nostre sedi diplomatiche saranno delle piattaforme per sostenere ogni impresa italiana affinché nessun imprenditore si senta solo». L’obiettivo dichiarato è far crescere le esportazioni oltre l’attuale livello, 623 miliardi, per arrivare a 700. La riforma tocca anche la dimensione digitale. Viene istituita la Direzione generale per la cybersicurezza, pensata per affrontare «gli attacchi cibernetici» e la «guerra ibrida», dotata di una sala operativa e in raccordo con la Difesa. Novità rilevanti saranno poi messe in campo anche sul fronte dell’accesso alla carriera diplomatica: il concorso, tradizionalmente riservato a laureati in Scienze politiche e Giurisprudenza, sarà aperto a tutti i titoli di studio. Una scelta motivata dal ministro con la finalità di attrarre competenze più diversificate e dunque potenzialmente più talenti. Tajani ha richiamato inoltre il ruolo umanitario della Farnesina, ricordando l’impegno in scenari critici come Gaza e Sudan. A ridosso di Natale da Roma partiranno nuovi aiuti destinati a Port Sudan, tramite aerei e forse anche via mare.

Alla presentazione è intervenuto anche il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo. I due ministeri, infatti, hanno lavorato in raccordo per il cambiamento strutturale alla Farnesina. Zangrillo che ha definito la riorganizzazione una «riforma sistemica», necessaria in un’epoca di «cambiamenti epocali» e in un contesto geopolitico in rapida trasformazione, che richiede «amministrazioni resilienti» e «leader, non solo dirigenti». Alla presentazione ha partecipato anche Stefania Craxi, presidente della Commissione Esteri e Difesa del Senato, secondo cui «la diplomazia parla il linguaggio dei mercati globali» e la riforma rafforza il ruolo del ministero, con l’obiettivo di «valorizzare la presenza italiana nel mondo» e promuovere in modo più coordinato gli interessi del Paese. 

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