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Bce, per ora niente taglio dei tassi: quando scenderanno per Goldman Sachs

Filippo Caleri
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Francoforte non molla di un centimetro la sua determinazione a tenere i tassi alti nonostante i segnali di rallentamento dell’inflazione siano ormai evidenti. Nessun messaggio di abbassamento delle stretta monetaria, dunque, anche perché la stessa Banca centrale europea si attende una nuova fiammata dei prezzi. Nell’eurozona «l’inflazione è diminuita in modo significativo, ma è prevista restare a livelli troppo alti per troppo a lungo, mentre la pressione interna sui prezzi rimane forte» così ha detto ieri il vicepresidente della Bce Luis de Guindos nella conferenza di apertura dell’Euro Finance Week a Francoforte anticipando che all’Eurotower «ci aspettiamo un temporaneo rimbalzo dell’inflazione nei prossimi mesi, dal momento che gli effetti base del forte aumento dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari nell’autunno 2022 non saranno più compresi nel calcolo annuale» ha affermato de Guindos che comunque ha sottolineato la convinzione «che il processo generale di calo dell’inflazione continuerà nel medio termine». Tuttavia, i prezzi dell’energia «rimangono una delle principali fonti di incertezza date le crescenti tensioni geopolitiche e l’impatto delle misure fiscali», ha avvertito il vicepresidente della Bce. «Lo stesso vale per i prezzi dei generi alimentari, che potrebbero subire pressioni al rialzo a causa delle condizioni meteorologiche sfavorevoli e dell’escalation della crisi climatica.» In questo contesto - ha aggiunto «garantiremo che i nostri tassi di interesse di riferimento restino a un livello sufficientemente restrittivo per tutto il tempo necessario».

 

 

Inutile illudersi, dunque, per un veloce ritorno a tassi di interesse più abbordabili per imprese e famiglie. A fare la prima previsione è stata Goldman Sachs che ha abbassato quella sul tasso di riferimento della Bce per il 2024 al 3,5% perché ora si aspetta il primo taglio dei tassi nel terzo trimestre del prossimo anno, alla luce di previsioni più deboli sull’inflazione di fondo. Gli analisti della banca d’affari statunitense in un report hanno stimato un’inflazione di fondo per l’area dell’euro nel 2024 ridotta al 2,6% su base annua. «Riteniamo che il ciclo di rialzi della Bce sia terminato e che la Banca centrale europea rimarrà in attesa al 4% fino al primo taglio dei tassi nel terzo trimestre del 2024, dopodiché ci aspettiamo che i tagli dei tassi procedano al ritmo di 25 punti base per trimestre fino a quando il tasso di riferimento raggiungerà il 2,5% nel quarto trimestre del 2025», si legge nel report.

 

 

Per quanto riguarda la politica di bilancio di bilancio, Goldman Sachs si aspetta che «la Bce limiti i reinvestimenti del Pepp nel secondo trimestre del 2024 a 10 miliardi di euro al mese, prima di interrompere tutti i reinvestimenti a partire dal terzo trimestre del 2024». Si spera che Christine Lagarde e De Guindos leggano i report.

 

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