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Ci risiamo, Bce e Fed pronte al nuovo rialzo dei tassi. L'effetto sui mutui

Gli analisti: «A giugno i prezzi al consumo negli Usa sono calati, nell'area euro no»

Gianni Di Capua
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La prossima settimana la palla passerà di nuovo a Fed, Bce e Boj sui tassi. Mercoledì la Fed e giovedì la Bce rialzeranno entrambe, ancora una volta, i tassi di un quarto di punto, ma tutte e due non scopriranno le loro carte in vista delle riunioni di settembre. Venerdì invece la Boj (Banca del Giappone), come al solito, farà a modo suo, mantenendo invariata la sua politica ultra-espansiva. «Siamo alla fine del lungo ciclo dei rialzi dei tassi- commenta Vincenzo Bova, senior analist di Mps Capitalservices mancano gli aggiustamenti finali che però i mercati inizieranno a metabolizzare nel mese di agosto. Personalmente penso che sia la Bce, sia la Fed finiranno per rialzare i tassi a settembre, ma per ora preferiscono non dare indicazioni chiare ai mercati».

Il motivo? «Si riservano spiega Bova- di controllare i dati sull’inflazione dei prossimi due mesi. Negli Stati Uniti l’inflazione è scesa molto di più rispetto all’Eurozona. A giugno i prezzi al consumo negli Usa sono calati al 3% e quelli dell’area euro restano invece al 5,5%. La Bce è dunque la banca centrale che ha più probabilità di rialzare ancora i tassi a settembre, ma si vuole lasciare le mani libere. Entrambe quindi manterranno la bocca cucita sulle mosse di settembre, anche se la Bce potrebbe usare un linguaggio più aggressivo della Fed».

Alla fine, aggiunge Bova, «penso che a settembre rialzeranno entrambe i tassi, per poi fermarsi». L’impressione è che l’inflazione incominci ad essere sotto controllo e che gli alti tassi abbiano frenato la crescita economica, ma senza fare troppi danni. Si va verso un "soft landing", un atterraggio morbido? «No - risponde Bova - penso di no. Effettivamente le possibilità di un "soft landing" sono in crescita, ma negli Stati Uniti si intensificano i segnali di stress dell’economia: aumentano le insolvenze sulle carte di credito, diminuiscono i prestiti e secondo me il 2024 sarà l’anno in cui sia negli Usa sia in Europa avremo una recessione che per il momento i mercati non stanno mettendo in preventivo ma che io vedo incombente». E la Boj, la Banca del Giappone? «Diciamo che la Boj è rimasta un anno indietro. Venerdì non penso che farà niente e se farà qualche modifica alla sua politica monetaria ultra-accomodante ritengo che la farà a ottobre, avrà le idee più chiare sull’inflazione del 2024. Per ora in Giappone sull’inflazione la pensano come facevano Fed e Bce nel 2021. Perla Boj i prezzi si stanno alzando ma è un fatto transitorio, che passerà presto».

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