emergenza lavoro

Pd e M5S protestano sul lavoro. Ma è record di occupati in Italia

Dario Martini

Elly Schlein e Giuseppe Conte manifestano in piazza per chiedere più lavoro per gli italiani in aperto contrasto con le politiche messe in campo dal governo. Legittimo. È il lavoro dell’opposizione. Pd e M5S ritengono che la situazione stia peggiorando. Ma il tema del lavoro è davvero quello giusto per far sfilare i militanti in corteo? La disoccupazione non è certo sparita, i salari in molti settori sono troppo bassi con l’inflazione che erode il potere d’acquisto delle famiglie. Non ci sono dubbi. Ma se guardiamo le rilevazioni di Bankitalia e Istat ci rendiamo conto che i maggiori indicatori sono in netto miglioramento rispetto all’anno scorso quando Pd e M5S non si sarebbero mai sognati di scendere in piazza contro il governo. Il dato più eclatante è sicuramente il mezzo milione di occupati in più rispetto a un anno fa. Per la precisione, nell’ultimo rapporto Istat diffuso nei giorni scorsi si legge che nel primo trimestre del 2023 è stato registrato un aumento di 513mila occupati rispetto al primo trimestre 2022 (+ 2,3%) e una crescita rispetto al trimestre precedente di 104mila unità (+0,4%). Non solo, il tasso di disoccupazione è sceso all’8,3%.

 

  

 

L’istituto di statistica smentisce anche le ricostruzioni della sinistra secondo cui il precariato sarebbe in aumento. È l’esatto contrario. I dipendenti a tempo indeterminato sono in aumento (+3,7%), mentre si riduce il numero di dipendenti a termine (-2,7%). Con il segno più anche la trasformazione dei contratti a tempo in posti di lavoro fissi: +9%. I livelli di occupazione sono in netto aumento anche nel breve periodo: gli occupati, nel primo trimestre 2023, sono 104mila in più rispetto al quarto trimestre 2022 (+0,4%): l’aumento coinvolge i dipendenti a tempo indeterminato (+92mila, +0,6%) e gli indipendenti (+27mila, +0,5%), mentre i dipendenti a termine risultano in lieve calo (-15mila, -0,5% in tre mesi). Crescono anche le ore lavorate (+1,3%) rispetto al trimestre precedente e del 3,3% rispetto al primo trimestre 2022.

 

 

Questo dato, però, probabilmente non interessa molto ai 5 Stelle che ieri sono scesi in piazza. Conte, infatti, nei mesi scorsi ha depositato una proposta di legge alla Camera che si pone come obiettivo la riduzione dell’orario di lavoro mediante accordi definiti nell’ambito della contrattazione collettiva. La ricetta pentastellata, quindi, è la seguente: lavorare tutti un po’ meno e guadagnare un po’ di più. Come riuscirci è tutto un altro paio di maniche. Anche l’inflazione, dopo il boom dello scorso anno, ora inizia a scendere, seppur moderatamente. I dati di Bankitalia rivedono al rialzo le stime del Pil nazionale per il 2023 dell’1,3%. Dalle proiezioni macroeconomiche del triennio 2023-25, inoltre, si stima che il Pil aumenterà dell’1% nel 2024 e dell’1,1% nel 2025. Tra le misure più contestate dalle opposizioni c’è anche il decreto varato il primo maggio, quello sul taglio del cuneo fiscale. Considerando anche la sforbiciata inserita nell’ultima legge di bilancio, il governo mette fino a cento euro al mese in più nelle tasche degli italiani con reddito sotto i 35mila euro. Per Pd e M5S questa misura non va nella direzione giusta. Non riesce a capacitarsene il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti: «Gli indicatori e i dati economici ci confermano, ancora una volta, che le vuote e inconcludenti chiacchiere delle sinistre continuano a ridursi a fiato sprecato, alimentato solo da faziosità ed invidia. I fatti ci dicono invece che il governo Meloni lavora per il benessere dell’Italia e per ridare slancio all’economia nazionale».