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Come andranno i tassi Bce: effetto Silicon Valley Bank, la scommessa dei mercati

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Banche centrali chiamate alla prova della stabilità finanziaria nelle riunioni dei prossimi giorni. Sul clima di attesa per il meeting di politica monetaria della Bce in programma giovedì soffia il ciclone Silicon Valley Bank.

Con il crollo della Silicon Valley Bank le aspettative dei trader su un rialzo da 50 punti base da parte della Banca centrale europea questo giovedì sono scese sotto il 50%, anche se il rialzo era praticamente dato per assodato fino alla scorsa settimana.

Secondo Bloomberg ora gli investitori cominciano a ipotizzare che la Bce potrebbe adottare un rialzo più contenuto. La Banca centrale europea ha già alzato i tassi di 300 punti base da luglio e un rialzo da 25 punti base sarebbe la più ridotta del ciclo attuale. Bloomberg rileva che gli operatori collocano il picco dei tassi al 3,5%, 70 punti base in meno rispetto alle stime di una settimana fa. La Bce si trova ora in una posizione difficile: rivedere il rialzo dei tassi al ribasso potrebbe intaccare la sua credibilità, ma proseguire sull'attuale livello di inasprimento potrebbe danneggiare l'economia europea, che ora deve fare i conti con i potenziali rischi sistemici emersi nel settore finanziario Usa.

E anche nella terra in cui si è alzata la tempesta del crac Svb, negli Usa, dove domani si attendono i dati sulla inflazione, data la tensione sul sistema bancario americano, gli investitori si domandano adesso se la Fed rischierà davvero di alzare ancora il costo del denaro di ben 50 punti base nell'incontro del 21 marzo. Per Intermonte, per Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, la Fed, "in prospettiva potrebbe essere la prima banca centrale a fermare la sua politica restrittiva, prendendo atto che andare oltre comporta eccessivi rischi di stabilità finanziaria come dimostrato dal caso Svb".

A mettere in dubbio i pronostici che tenevano banco da settimane a LaPresse c'è l'economista e senatore del Partito Democratico, Carlo Cottarelli. "La Bce aveva annunciato un aumento di mezzo punto dei tassi, ora non so se andranno avanti. Il sistema sta rivelando che all'aumento dei tassi d'interesse alcune parti del sistema stesso vanno in difficoltà", dice interpellato sull'effetto Svb al collasso. "Ricordiamoci - prosegue - che la crisi del 2008-09 era proprio stata causata dall'aumento dei tassi di interesse, più brusco di quello di oggi e soprattutto in presenza di un'inflazione molto più bassa di quella che c'è adesso. Non so se rallenteranno o no, se rallentano vorrà dire che ci teniamo l'inflazione per un po' più di tempo".

Nel Vecchio continente, invece per Altaf Kassam, head of investment strategy & research per l'area Emea di State Street Global Advisors, "le condizioni finanziarie dell'Eurozona potrebbero rimanere molto più rigide di quanto previsto in precedenza".

Intanto i ministri delle Finanze dell'Eurogruppo concordano "sul fatto che nel 2023-24 politiche di bilancio prudenti dovrebbero mirare a garantire la sostenibilità del debito a medio termine, aumentando al contempo la crescita potenziale in modo sostenibile e affrontando le transizioni verde e digitale e gli obiettivi di resilienza attraverso investimenti e riforme".

"La politica di bilancio contribuirà a garantire la stabilità dell'economia dell'area dell'euro - aggiungono -. Monitoreremo da vicino l'impatto sulla domanda aggregata e sull'orientamento fiscale di ulteriori misure di sostegno energetico o della proroga di quelle esistenti, tenendo conto anche dell'incertezza dell'evoluzione dei prezzi dell'energia. Dovremmo evitare misure permanenti di aumento del disavanzo".

Ma sotto il faro dell'Europgruppo c'è anche il crollo di Svb. L'esposizione dell'area dell'euro alle conseguenze "è molto limitata", riferisce il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, a Bloomberg Television. "Abbiamo un quadro normativo e di risoluzione molto forte qui in Europa", afferma ammettendo che comunque "uno sviluppo bancario come questo solleva degli interrogativi".

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