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Spread a 237, ormai è senza freni. Borse ancora a picco, la speculazione dilaga

Gianluca Zapponini
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Niente da fare, i mercati di mezza Europa ancora non riescono a digerire la stretta sui tassi annunciata, ma telefonata da tempo, da Christine Lagarde. Dopo il venerdì nero in cui Piazza Affari ha bruciato quasi 40 miliardi di capitalizzazione, sprofondando del 5,1%, anche ieri Borsa e spread hanno accusato il colpo. I rendimenti sul Btp italiano a 10 anni, hanno sfondato il muro del 4%, toccando i valori massimi dal 2014. Il differenziale con i Bund, invece, ha toccato i 244 punti base, dopo i 232 di venerdì, per poi ripiegare a 237. Male, malissimo, anche la Borsa, anche se nulla a che vedere con il crollo di quattro giorni fa. Piazza Affari ha chiuso gli scambi a -2,7% anche e non solo sull'onda della partenza fiacca di Wall Steet, spaventata dall'inflazione americana all'8,6% e dal conseguente timore per una nuova, anticipata, stretta della Federal Reserve. Il cocktail è, insomma, micidiale. E resta indigesto un po' a tutti, visto che un rialzo anche più energico di quello italiano ha coinvolto i rendimenti dei Bonos decennali della Spagna saliti al 3,05% e con lo spread Spagna-Germania salito fino a 154 punti base. E c'è già chi chiede misure drastiche per evitare che il costo del finanziamento del debito italiano sfugga di mano.

 

 

Per esempio, come auspicato dalla Lega, un tetto europeo allo spread. «Non bastano evidentemente il cognome e il prestigio del presidente del Consiglio. Se la presidente della Banca centrale europea annuncia un giovedì di giugno che non compra più titoli di Stato italiano lo spread supera i 240», ha attaccato Matteo Salvini nel corso del consiglio federale del Carroccio, in via Bellerio. Ma per un partito che si agita, c'è una Commissione europea che predica zen.

 

 

La portavoce per gli Affari economici, Veerle Nuyts, rispondendo a una giornalista durante il briefing di quotidiano per la stampa, ha spiegato che «riguardo all'aumento dello spread fra i bond italiani e quelli tedeschi il principio generale è che la Commissione non commenta mai i movimenti sui mercati. Ciò che posso aggiungere più specificamente riguardo all'Italia è in riferimento alle riforme e agli investimenti predisposti nel Pnrr, che ci aspettiamo rafforzino significativamente la resilienza dell'economia italiana, la sua sostenibilità e la sua comparabilità con le altre economie».

 

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