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Riparte il traffico aereo ma c'è il rischio guerra. Pesa pure il caro carburante

Gianluca Zapponini
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Il segnale è senza ombra di dubbio positivo, anche se lo scoppio della guerra in Ucraina e l'esplosione dell'inflazione potrebbe vanificare gli sforzi. Di nuovo, dopo due anni e passa di pandemia. Nel 2021 il traffico aereo in Italia ha rialzato la testa, aumentando del 52,2% rispetto al 2020, mantenendosi tuttavia ancora distante dai livelli pre-Covid (-58,1% il confronto tra 2021 e 2019). I dati pubblicati dall'Enac, l'Ente per l'aviazione civile, mostrano come siano ancora forti gli effetti innescati dall'emergenza epidemiologica, pur evidenziando una propensione al ritorno alla mobilità, soprattutto nel secondo semestre, in linea con quanto registrato nel resto del mondo. Italiani e stranieri hanno insomma ripreso a viaggiare e a frequentare gli scali dello Stivale. Sono stati infatti 80,4 milioni i passeggeri dei servizi commerciali di linea e charter, transitati negli aeroporti tricolori nel 2021, tra traffico nazionale e internazionale. Il primo, con 42,2 milioni di passeggeri, ha registrato un incremento maggiore (+68% in confronto al 2020) rispetto a quello del traffico internazionale (+38%, con 38,3 milioni di passeggeri). Ma il 2022 se da una parte ha portato in dote un primo vero allentamento delle restrizioni, si è contraddistinto per l'incendio ucraino, che potrebbe cambiare le carte in tavola e affossare nuovamente il traffico.

 

 

«La crisi determinata dalla pandemia da Covid-19», ha commentato il presidente dell'Enac Pierluigi Di Palma, «ha radicalmente cambiato il nostro mondo, dove nulla è più come prima. Ha condizionato la vita di ognuno di noi coinvolgendo ogni sfera della nostra quotidianità, tra cui la consuetudine ai viaggi, sia business, sia turistici. Lo scorso anno, con il passare dei mesi e con l'incremento dei cicli vaccinali, i passeggeri hanno ricominciato a viaggiare e ad avere fiducia nel trasporto aereo, fiducia che nelle scorse settimane è stata riconfermata con i più recenti dati di traffico che lasciano intravedere una ripresa completa e, speriamo, veloce».

 

 

Anche nel governo c'è chi vuole profondere ottimismo. Come il ministro per le Infrastrutture, Enrico Giovannini. «I dati positivi del traffico aereo ci fanno guardare con ottimismo al futuro di un settore strategico, che ha particolarmente sofferto durante la crisi sanitaria. Il ritorno alla normalità è legato all'aumento della propensione alla mobilità che deve avvenire sempre in piena sicurezza. Molto dipenderà dai comportamenti individuali anche in questa fase di alleggerimento delle misure di protezione». Ma caro carburante e conseguenti ricadute sul prezzo dei biglietti, oltre a un possibile allargamento del conflitto, sono dietro l'angolo.

 

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