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La Bce è pronta a rialzare i tassi: la guerra ha bloccato le speranze di ripresa dell'Europa

Gianluca Zapponini
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Ombre, poco rosse e molto russe. La guerra in Ucraina scatenata da Vladimir Putin rischia di mettere una seria ipoteca sulle speranze di ripresa post-pandemica in Europa, vanificando gli sforzi fin qui sostenuti. E, soprattutto, spingendo le autorità che vigilano sul mercato ad aumentare, seppur progressivamente e senza strappi, il costo del denaro, con l’obiettivo dichiarato di fermare la corsa dell’inflazione. Non è certo la prima volta che Christine Lagarde suona il campanello d’allarme. Stavolta, però, le parole sono state soppesate con cura, alla ricerca dell’efficacia più totale. «La guerra in Ucraina sta gettando un’ombra sulla ripresa mentre alimenta le pressioni inflazionistiche. E i recenti aumenti delle infezioni di Covid in alcune parti del mondo, implicano il rischio di ulteriori difficoltà sulle catene di approvvigionamento globali», ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde nel suo intervento alle assemblee di Fondo monetario internazionale e Banca Mondiale.

 

 

Nell'area euro, nemmeno questo è un mistero, «le pressioni inflazionistiche sono sbilanciate al rialzo sul breve termine, ma dovrebbero attenuarsi più avanti». E in un quadro di alta incertezza, ha aggiunto, Francoforte manterrà opzionalità, gradualità e flessibilità sulla politica monetaria. «In questo contesto il principale obiettivo dei policy maker è di calibrare attentamente le politiche fiscali, monetarie e strutturale alle principali sfide economiche e finanziarie, sulla base dei loro mandati. Da parte delle banche centrali, resta importante una chiara comunicazione sulle politiche monetarie». Il messaggio di fondo è chiaro: la politica monetaria non può più essere la stessa, ma non ci saranno colpi di mano, per giunta sottobanco. Rialzo dei tassi che potrebbe arrivare già a luglio, ha messo le mani avanti il numero due dell’Eurotower Luis De Guindos. Ma qualunque decisione sarà presa solo ed esclusivamente sulla base di dati e stime certe, senza le accelerazioni viste sull’altra sponda dell’Atlantico, con la Federal Reserve.

 

 

Di una cosa è certa l’ex direttrice del Fmi: che la storia europea è cambiata, forse per sempre. «L'invasione russa dell'Ucraina rappresenta uno spartiacque per l'Europa, perché viola i principi fondamentali della pace, della sicurezza internazionale e mina l'ordine economico mondiale. Il Consiglio direttivo della Bce esprime pieno sostegno al popolo ucraino, ma una cosa deve essere chiara, la guerra avrà un impatto materiale sull'attività economica e sull'inflazione, non solo in Europa ma anche a livello globale».

 

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