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Banca Mediolanum, Diego Selva: "Con la nostra rete al fianco delle imprese eccellenti che vogliono crescere"

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Accelerare la trasformazione delle imprese eccellenti attraverso gli strumenti della finanza straordinaria. Con questo obiettivo, da oltre due anni, la Direzione Investment Banking di Banca Mediolanum accompagna il rafforzamento del sistema imprenditoriale del Paese. “La nostra forza è nella capillarità della nostra rete di family banker e nel team che studia a fondo le aziende per offrire la leva di crescita migliore" spiega a Il Tempo, Diego Selva, Responsabile della Direzione Investment Banking della banca guidata da Massimo Doris.

Qual è la genesi della vostra attività?

Siamo partiti da una premessa. In un mercato di capitali che evolve, la capacità delle banche di finanziare le imprese tende a diminuire. Ma c’è tanta liquidità a disposizione da parte del mercato pubblico e privato. Così siamo nati per consentire, attraverso le opportunità della finanza straordinaria, l'accelerazione della trasformazione delle imprese italiane.

Quali strumenti proponete?

La quotazione in Borsa, ma non solo. Facciamo ricorso anche all’apertura al capitale a soggetti finanziari e ai minibond. Così come operazioni di crowdfunding e private equity. 

Quali canali utilizzate per presentarvi alla clientela?

Lavoriamo in sinergia con la nostra rete di family banker. Sono specializzati nelle operazioni sul patrimonio privato e segnalano anche la presenza di esigenze aziendali, che poi il mio team analizza tecnicamente. Una larga parte degli imprenditori che contattiamo arriva da questo bacino. 

Come procedete?

Assieme ai family banker incontriamo l’impresa e ne capiamo il progetto industriale. In funzione delle esigenze e della strategia facciamo la nostra analisi e offriamo le diverse soluzioni. Per alcune proponiamo lo sbarco in Borsa in altri casi, ad esempio, l’ingresso di un partner nel capitale.

Perché scegliervi rispetto alle banche con il quale l’impresa opera?

Siamo percepiti come una banca con imprinting imprenditoriale. Quello che ci distingue è che partiamo da un rapporto diretto, di fiducia, con il cliente del quale conosciamo anche la dinamica di vita familiare. Così il nostro approccio tende a garantire un equilibrio tra la crescita dell’azienda e le esigenze personali dell’imprenditore. In più siamo molto vicini al territorio e per questo tempestivi nell’intervento. 

Che tipo di imprese avete nel mirino?

Quelle che hanno un fatturato da 15-20 milioni fino ai 200. Un segmento che presenta una grande ricchezza di aziende sane. È un mondo nel quale i nostri family banker hanno relazioni efficaci. 

Offrite i vostri servizi in tutte le regioni italiane?

La rete di Banca Mediolanum è capillare in tutta Italia. Abbiamo una presenza importante in regioni come Lazio, Campania, Umbria e Puglia, che sono più lontane dai centri finanziari e per le quali possiamo rappresentare una valida opzione. Non è un caso che, delle 10 operazioni concluse da quando siamo partiti nel 2018, quattro abbiano interessato le imprese del Lazio. 

Di chi si tratta?

Abbiamo consentito l’ingresso di due aziende sul segmento Aim di Borsa Italiana. Per la Iervolino entertainment abbiamo raccolto 10 milioni di euro. Per Almawave la quotazione all’inizio del 2021 ha portato 30 milioni. Un'altra operazione è stata portata a compimento con Maticmind, 300 milioni di fatturato, che ha ceduto una quota di minoranza al Fondo italiano di investimento della Cassa Depositi e Prestiti. Infine per la 2P Asfalti abbiamo emesso un minibond di 3 milioni di euro.

Che spazio di crescita prevedete?

Enorme perché le piccole e medie imprese dovranno andare necessariamente verso la finanza straordinaria per rafforzarsi. Mediolanum è pronta alla sfida anche perché è l’unica banca di gestione del risparmio, il cui servizio alle imprese parte dalla lettura del patrimonio personale dell’imprenditore. 

Che quadro economico vede?

I mercati finanziari hanno iniziato a correre perché hanno già scontato la ripartenza e la fine della pandemia. C’è fermento perché c’è ripresa e tanta liquidità che cerca rendimenti. 

La sua impressione sul Recovery plan?

Sono ottimista. Se guardo al piano italiano vedo due direttrici positive importanti. Le misure per rendere il paese più friendly per le imprese. E la mole di investimenti che dovrebbero generare crescita. Questo dovrebbe favorire aggregazioni e l’aumento delle dimensioni e della cultura d’impresa. Noi ci siamo.

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